LA VITA DELLA VITE
A cura di Marco Tonni / tonni@asa-press.com

Sata Studio Agronomico: 25 anni sostenibili

Sata Studio Agronomico ha compiuto 25 anni e ha voluto festeggiare con un evento aperto alle Aziende che, fruendo della consulenza agronomica, condividono la filosofia che sta alla base del metodo di lavoro.

La sostenibilità da sempre è stata un obbiettivo del nostro Studio, di cui fanno parte Dottori Agronomi consulenti di Aziende ed Enti.

Ad esempio, siamo stati i primi in Italia a bandire dalle liste di fitofarmaci consigliati alle nostre Aziende, anche attraverso Bollettini tecnici a diffusione territoriale, i Ditiocarbammati, attirando le critiche di molti che propugnavano diversi interessi, ma il tempo ci ha dato ragione, perché in pochi anni tali molecole sono poi state fortemente ridotte nei disciplinari di lotta integrata, eliminate anche da Enti di massima valenza nazionale come l’allora Istituto Agrario di San Michele all’Adige, ed infine relegate in classe Xn come molecole estremamente pericolose per la salute. Anche se la nuova classificazione intorbida le acque e rende più difficile distinguere le molecole più pericolose da quelle che lo sono meno, non temete che continueremo su questa nostra convinzione.

Ma il bando dei Ditiocarbammati è stato solo un primo esempio; essere sostenibili significa andare ben oltre, così le indicazioni per la difesa antiparassitaria ci hanno portato a limitare fortemente l’uso del Rame sia in biologico che in convenzionale, con strategie di difesa accurate, formazione del personale aziendale, informazioni dettagliate su modalità di uso delle molecole e dosaggi particolarmente bassi. E numerose altre molecole sono state eliminate dalle nostre liste, quando caratterizzate da profili ecotossicologici sfavorevoli. Questo non significa rischiare la sanità delle uve, ma “semplicemente” ottenere gli stessi risultati con impatti ambientali e rischi per la salute molto inferiori, a patto di sfruttare perfettamente strategie, capacità operative, attrezzature e mezzi tecnologici.

Un altro esempio che merita di essere ricordato è la diffusione della confusione sessuale per la difesa dalle Tignole in Franciacorta, a partire dalla volontà di numerose delle nostre aziende, supportate anche dal Consorzio Franciacorta. Da alcuni anni infatti una gran parte del territorio (diverse centinaia di ettari) è sottoposto alla difesa dalle Tignole della vite attraverso questo metodo, che di fatto ha un impatto ambientale vicino allo zero, e non prevede uso di insetticidi per contrastare le Tignole.

Moltissime aziende, anche di grandi dimensioni, nel loro percorso di crescita tecnica sono passate spontaneamente per loro volontà alla difesa biologica, con grandi soddisfazioni personali dei Tecnici aziendali, che spesso vedono nel biologico anche un banco di prova per dimostrare la propria abilità nel saper gestire le problematiche sanitarie con armi ritenute meno efficaci rispetto al convenzionale, e poi scoprono lungo il cammino che la maggiore consapevolezza verso le tematiche ambientali porta inoltre ad instaurare approcci molto più sostenibili anche in ambiti diversi dalla difesa, come ad esempio la gestione del suolo, la gestione agronomica e l’interpretazione degli equilibri vegeto produttivi.

E, lungo il percorso di valutazione della sostenibilità, ci siamo per primi specializzati nel calcolo dell’impronta carbonica del settore vitivinicolo, tanto che ad oggi, con oltre 100 calcoli eseguiti (tra impronte carboniche di prodotto e inventari delle emissioni d’impresa) possiamo affermare di essere tra i più esperti in questo ambito, a livello Nazionale.

Anche per questo il nostro calcolatore per l’impronta carbonica Ita.Ca® è nel sistema TERGEO di Unione Italiana Vini, e siamo consulenti abilitati per l’applicazione del protocollo VIVA del Ministero dell’Ambiente.

Negli ultimi anni, abbiamo sviluppato sempre più i concetti legati al rispetto del suolo come fulcro del sistema produttivo e alla impostazione di azioni di monitoraggio della qualità fisica e della biodiversità dei terreni, che consentano di programmare strategie di gestione ragionate e finalizzate al miglioramento dello stato fisico e strutturale del suolo e, con esso, all’incremento della biodiversità aziendale e della salute delle vigne e, di conseguenza, della qualità delle uve.