LA BORSA DELLA SPESA
A cura di Enza Bettelli / asa.web@asa-press.com

Il Chiodino

Il suo nome scientifico è Armillaria mellea, dal colore del cappello che ricorda appunto il colore del miele. E’ il fungo che chiude la stagione; infatti spunta con i primi freddi sui tronchi degli alberi, in cespi e gruppi a volte anche assai numerosi. Lo si può trovare anche nei prati, sempre in gruppi. La qualità è migliore se i chiodini sono cresciuti su tronchi di latifoglia poiché più delicati di quelli delle conifere. Si consumano solo cotti perché da crudi sono tossici. Gli esemplari molto piccoli, con il cappello chiuso e gambo tenero, sono ottimi conservati sott’olio e sott’aceto, con le stesse modalità usate per i porcini.

ACQUISTO E CONSERVAZIONE

Pur essendo di ottima qualità il chiodino diventa indigesto se molto maturo; sono quindi da preferire gli esemplari molto piccoli, con il cappello chiuso e il gambo tenero.

Questo fungo è piuttosto resistente e lo si può conservare per 2-3 giorni in frigorifero, in un sacchetto di carta e preferibilmente già pulito ma non lavato.

IN CUCINA

Eliminate la base terrosa e la parte di gambo fibrosa degli esemplari più grossi. Spazzolate i cappelli e il gambo con un pennello da cucina per eliminare il grosso del terriccio, poi passateli rapidamente sotto l’acqua corrente, in un colapasta per evitare che lo sporco resti attaccato ai funghi, e fateli infine asciugare distesi su un canovaccio. Non occorre tagliarli, ma lasciateli interi perché cuocendo si riducono di molto.

I chiodini possono risultare indigesti, soprattutto se sono un po’ sviluppati. Per renderli più digeribili eliminando le tossine che contengono e pulirli ancora meglio, immergeteli per alcuni minuti in acqua in ebollizione poi estraeteli con il cucchiaio forato per lasciare sul fondo l’eventuale terriccio e fateli asciugare su un canovaccio prima di cucinarli. L’acqua di cottura va gettata.

Diventano un ottimo contorno se, dopo averli sbollentati e asciugati, li infarinate scuotendoli in un sacchetto con della farina e facendoli poi saltare in padella con olio, uno spicchio di aglio e prezzemolo.