Bere meno per bere meglio
Beviamo meno ma meglio. E a dare il buon esempio sono gli under 30, i cosiddetti Millennials, protagonisti della scena enogastronomica.
È la fotografia scattata dal Censis per Federvini nell’indagine, appena pubblicata, sul rapporto tra gli italiani e il vino, il prodotto principe dell’export nostrano, nonostante il gap di valore con la Francia sia ancora da colmare.
Se il dato generale del consumo di vino è sostanzialmente invariato dal 1983 a oggi (ne fa uso più del 50% della popolazione adulta), ciò che è cambiato invece è la diminuzione dei grandi consumatori.
I numeri del Censis lo dimostrano: coloro che dichiarano di consumare oltre mezzo litro al giorno sono passati dal 7,4% del 1983 ad appena il 2,3% del 2016.
Il “popolo” degli amanti del vino è diventato dunque più maturo e attento alla qualità. Nel 2016 consumano vino 28 milioni di persone: il 54,6% degli italiani con 65 anni e oltre, il 58,4% di quelli di età compresa tra 35 e 64 anni e il 48,6% della Generazione Y, ovvero dei giovani con età compresa tra i 18 e i 34. Questi ultimi puntano più decisamente sul vino di valore, specie in contesti conviviali, e si fanno interpreti di un modello virtuoso di “neo-sobrietà”, opposto a quello del consumo sfrenato di alcol ad alte gradazioni dei loro coetanei del Nord Europa.