A Camaiore torna la Triennale di Gesù morto
Ogni tre anni decine di migliaia di lumini ad olio illuminano il passaggio della processione del Venerdì Santo.
Camaiore, borgo toscano in provincia di Lucca quasi al confine con la Liguria, si prepara a rievocare uno dei suoi eventi più sentiti, la solenne Triennale di Gesù morto che quest’anno ha ricevuto il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
E’ un evento molto singolare che non si celebra ogni anno (Triennale = ogni tre anni) e affonda le sue origini in una sacra processione penitenziale detta ancor oggi “del Crocione” che sul finire del XV secolo, ad opera della Confraternita della SS. Trinità e S. Vincenzo Confessore, all’imbrunire del Venerdì Santo si svolgeva nel castello di Camaiore.
Man mano che la processione acquisiva importanza nel 1737 con una delibera consiliare si iniziò ad illuminare gli edifici pubblici ordinando di “.. far ponere 10 scorci di torce tonde alle finestre del Palazzo, il resto tutto ad olio…”. Col passare degli anni le luci ad olio crebbero di numero brillando sulle facciate non solo degli edifici pubblici ma anche delle case private. Nel 1886 il Comune organizzò un censimento dei lumini accesi per conoscerne il numero esatto: risultò che erano 86.659, con un consumo di circa 345 quintali d’olio. Nel censimento comparivano anche i nomi dei proprietari delle abitazioni con a lato il numero dei lumi accesi.
L’elemento caratteristico principale della processione sono le decine di migliaia di lumini ad olio tremolanti attaccati a supporti in legno che illuminano la sera del Venerdi Santo il centro storico ma anche le zone collinari che circondano Camaiore offrendo uno spettacolo di grande suggestione: ovunque si volga lo sguardo si viene colpiti dalla luce delle fiammelle che rischiarano il buio della notte.
Un aspetto importante della Triennale di Camaiore è la complessità del suo allestimento perché non coinvolge solamente i responsabili religiosi della processione ma la popolazione tutta, trasformandosi in rito collettivo che contribuisce alla coesione sociale nell’ottica del mantenimento di una tradizione secolare. I supporti di legno che sorreggono l’illuminazione sono conservati nelle cantine e negli scantinati delle famiglie di Camaiore e a cadenza regolare nell’anno in cui ricorre la solennità riemergono dai ripostigli: falegnami e verniciatori provvedono al restauro e a tingerle di bianco, poi il lunedi santo, quando inizia l’allestimento vero e proprio, una schiera di operai con lunghe scale provvede a collocare le armature dalle forme più svariate lungo le facciate degli edifici del centro storico di Camaiore dove passerà la processione. Ai supporti segue poi la collocazione delle migliaia di lumini, bicchierini di vetro fabbricati a mano uno ad uno e riempiti d’olio al cui interno viene posto il caratteristico “cincindelloro” (dal latino cincinnus, ricciolo, anello di capelli), un telaietto di filo di ferro che, mantenuto a galla da piccoli cubetti di sughero, sostiene la bambagia che rimarrà sospesa sopra il livello dell’olio e che verrà accesa all’imbrunire.
All’ingresso di Via Vittorio Emanuele viene innalzato un arco a rappresentare una porta di ingresso della città di Gerusalemme colpevole del delitto della morte del Salvatore.
Il Venerdì Santo, poco prima dell’imbrunire una mano invisibile dà fuoco al primo cincindelloro e a macchia d’olio come per incanto si accendono una dopo l’altra tutte le altre fiammelle mentre lentamente dalla Chiesa della Madonna dei Dolori inizia la processione aperta da un gruppo ligneo composto da quattro statue tra cui ne spiccano due di pregevole fattura e grande valore artistico: il Cristo Morto risalente alla fine del XVI sec. e la Madonna Addolorata, datata al 1691; a queste due statue nel corso dell’Ottocento si sono aggiunti due manichini con le raffigurazioni di Maria Maddalena e di San Giovanni presumibilmente risalenti al diciannovesimo secolo. Mentre un coro di uomini esegue lo Stabat Mater le statue, poste sopra un palco portato a spalla da un gruppo di uomini, percorrono il loro itinerario lungo le vie del centro storico seguite da migliaia di fedeli fino al rientro in chiesa dopo circa 2 ore e mezza.
A Camaiore la mattina di Pasqua durante la colazione si mangiano le uova sode benedette accompagnate dalla Pasimata, un pane speciale dalla forma tozza e con semi di anice al quale vengono fatte delle profonde incisioni in modo che si possa spezzare con le mani in parti uguali e distribuire ai commensali a ricordo dell’ultima cena.
Per maggiori informazioni www.chiesadeidolori.it