Stop a inganni sul riso, arriva quello “classico”
Sulle confezioni di riso arriva l’indicazione “classico” solo nel caso in cui sia presente una delle varietà nazionali tradizionali in purezza (Carnaroli, Arborio, Roma o Baldo, Ribe, Vialone Nano e S.Andrea) e a condizione che sia garantita la tracciabilità varietale.
Si aggiorna finalmente una normativa che risale al 1958 e i consumatori avranno finalmente l’opportunità di scegliere la qualità e la tipicità delle varietà piu’ tradizionali in purezza a sostegno delle coltivazioni nazionali messe sotto assedio dalle importazioni incontrollate con la pubblicazione in Gazzetta della nuova riforma del mercato interno del riso che prevede necessario adeguamento debba completarsi entro il 7 dicembre 2017.
Un pacco di riso su quattro venduto in Italia contiene prodotto straniero proveniente spesso da Paesi dove non sono rispettati gli stessi standard ambientali, sociali e di sicurezza. La metà del riso importato arriva infatti dall’Asia nel primo semestre del 2017 con un aumento del 12% delle importazioni dall’India che è il principale esportatore asiatico di riso in Italia seguito da Pakistan, Thailandia, Cambogia e Birmania, che è diventata uno dei principali fornitori dell’Italia.
Un cambiamento importante per un alimento come il riso che ha fatto registrare un aumento degli acquisti familiari nel primo semestre del 2017 anche per effetto di una rivoluzione nelle occasioni di consumo in atto nell’ultimo decennio, da primo piatto a piatto unico, da caldo a freddo, da tavola a take away.
Fonte dati Coldiretti / Immagina Teatro Naturale