IL FALSO ITALIANO
A cura di Roberto Rabachino / presidente@asa-press.com
Il mercato estero del nostro agroalimentare vale 70 miliardi, ne portiamo in Italia solo 37…
E se il km 0 non fosse la soluzione migliore? Oggi sembra il futuro delle produzioni agricole, specialmente per le eccellenze, ma rimanendo vincolate solo a un determinato territorio non vengono conosciute e apprezzate nel resto dell’Italia e, soprattutto del Mondo. Quanto può pesare questo sul mercato, specialmente in tempo di crisi? I conti precisi ha provato a farli la Cia - Agricoltori italiani e i numeri dicono che oggi esportiamo quasi 37 miliardi di euro di prodotti, ma il potenziale italiano è di circa 70 miliardi.
Il mercato estero del nostro agroalimentare vale 70 miliardi, ne portiamo in Italia solo 37…
E se il km 0 non fosse la soluzione migliore? Oggi sembra il futuro delle produzioni agricole, specialmente per le eccellenze, ma rimanendo vincolate solo a un determinato territorio non vengono conosciute e apprezzate nel resto dell’Italia e, soprattutto del Mondo. Quanto può pesare questo sul mercato, specialmente in tempo di crisi? I conti precisi ha provato a farli la Cia - Agricoltori italiani e i numeri dicono che oggi esportiamo quasi 37 miliardi di euro di prodotti, ma il potenziale italiano è di circa 70 miliardi.
Se gli ultimi anni hanno decretato il successo del made in Italy all’estero, ora ci si trova a fare i conti con un commercio con l’estero che con soli tre Paesi assorbe il 90 per cento delle esportazioni, Germani, Francia e Regno Unito. Le potenzialità per raggiungere i 70 miliardi di export ci sono. In Italia ci sono qualcosa come 5847 cibi tradizionali e denominazioni di origine. Solo di vini a denominazione ce ne sono 523, ma all’estero quanti ne sono conosciuti? Secondo la Cia meno di una dozzina. E le cause sono molteplici, dall’eccessivo frazionamento, che a volte diventa difficile da spiegare, alla difficoltà di trovarli sugli scaffali. E questo non vale solo per il vino (fonte www.de-gustare.it)