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FederBio segnala lo studio IDDRI: agroecologia e biologico potrebbero nutrire l’intera Europa entro il 2050

L’Istituto indipendente per lo sviluppo sostenibile e le relazioni internazionali (IDDRI) ha pubblicato la ricerca “Ten Years for Agroecology” che mostra come è possibile per l’agricoltura europea passare interamente al metodo biologico.

Bologna, 1 marzo 2019 – Il biologico può nutrire l’intera Europa. A sostenerlo è la nuova ricerca del think tank indipendente IDDRI che sottolinea che se l’Europa passasse interamente ad approcci basati sull’agroecologia che prevede rispetto e salvaguardia dell'ambiente, come l'agricoltura biologica, sarebbe perfettamente in grado di nutrire per gli anni a venire la sua popolazione in crescita.

La ricerca ha inteso indagare se la potenziale conversione di tutta l’agricoltura europea a biologico, con il conseguente declino della produzione che deriverebbe dalle minori rese osservate oggi, potrebbe ancora soddisfare il fabbisogno di una popolazione che, si stima, dovrebbe raggiungere quasi 530 milioni di persone entro il 2050.

I risultati che emergono dallo studio rispondono positivamente al quesito dell’indagine. La copertura del fabbisogno sarebbe dunque possibile se accompagnata da comportamenti alimentari basati su regimi più salutari, sulla base delle attuali raccomandazioni nutrizionali delle principali istituzioni internazionali: meno prodotti di origine animale, una maggiore quantità di fibre, frutta e verdure stagionali. Una dieta più bilanciata dal punto di vista nutrizionale che potrebbe contare su produzioni sviluppate in un contesto caratterizzato da una qualità ambientale assoluta se consideriamo, per esempio, l’eliminazione dell’uso di pesticidi.

Lo studio di dieci anni di IDDRI risponde a una delle critiche che viene rivolta al biologico ovvero il divario di rese con l’agricoltura convenzionale, la conclusione è indubbiamente positiva: un'Europa agroecologica può rispondere alla domanda di cibo bilanciata attraverso una dieta sana, rispondendo al contempo ai cambiamenti climatici, eliminando i pesticidi e mantenendo la biodiversità vitale. Questo è possibile stabilendo parametri di riferimento appropriati e concentrandosi sulla trasformazione delle risorse naturali anziché sugli input esterni, anche perché l'attuale sistema agroalimentare europeo non è più sostenibile”, ha affermato Paolo Carnemolla, presidente FederBio.

Lo studio IDDRI può essere consultato al seguente link:

https://www.soilassociation.org/media/18074/iddri-study-tyfa.pdf

 

FederBio (www.federbio.it) è una federazione nazionale nata nel 1992 per iniziativa di organizzazioni di tutta la filiera dell’agricoltura biologica e biodinamica, con l’obiettivo di tutelarne e favorirne lo sviluppo. FederBio socia di IFOAM e ACCREDIA, l’ente italiano per l’accreditamento degli Organismi di certificazione, è riconosciuta quale rappresentanza istituzionale di settore nell’ambito di tavoli nazionali e regionali.

Attraverso le organizzazioni associate, FederBio raggruppa la quasi totalità della rappresentanza del settore biologico, tra cui le principali realtà italiane nei settori della produzione, distribuzione, certificazione, normazione e tutela degli interessi degli operatori e dei tecnici bio.

La Federazione è strutturata in cinque sezioni tematiche e professionali: Produttori, Organismi di Certificazione, Trasformatori e Distributori, Operatori dei Servizi e Tecnici, Associazioni culturali. FederBio garantisce la rigorosità e la correttezza dei comportamenti degli associati in base al Codice Etico e verifica l’applicazione degli standard comuni.


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