Il biologico non è un punto d’arrivo, ma di partenza, come dimostrano queste storie “ad alto valore raggiunto”. È un valore che chiama altri valori: questa è la sua origine, questo è il suo futuro.
di Achille Mingozzi e Rosa Maria Bertino, Tutto Bio 2016
Dalle terre di Camporeale alla Piana di Gioia Tauro, dal cuore di Milano al centro di Bologna, dalle colline del Molise a quelle marchigiane. Le quattordici storie che raccontiamo quest’anno percorrono in lungo e in largo tutta l’Italia. E ci mostrano il vero volto del biologico. Quello che non lo riduce ad un semplice metodo di produzione, ma lo intende esattamente come i pionieri: un valore che chiama altri valori.
UN MONDO DI VALORI
In queste storie il biologico si incrocia con l’agricoltura biodinamica, quella energetico-consapevole o quella sinergica. Con valori ambientali come la valorizzazione delle produzioni locali, la difesa del territorio e della biodiversità, l’attenzione alla sostenibilità. Con valori emergenti tra etica e ambiente, come la scelta vegana. Oppure con valori squisitamente etici e sociali come legalità, giustizia, solidarietà e dignità.
Ci sono le cooperative sociali che consegnano a domicilio la spesa solidale, il panificio che sforna biodiversità, la grafica che ha perso il lavoro e ha aperto negozio, lo chef stellato che coltiva l’orto sinergico con tutta la sua brigata, la cooperativa che ha tutti i prodotti “pizzo free”, le giovani viticoltrici capaci di innovare, chi ha ha vinto la sfida con le droghe ed aiuta gli altri ad uscirne, chi ha cambiato vita con l’agricoltura biodinamica, chi ritrova la dignità imparando un mestiere dietro le sbarre, chi coltiva consapevolezza, chi ha cercato e cercato finché non ha trovato, chi punta alla sostenibilità a 360 gradi, chi abbraccia e valorizza la propria terra. E chi cambia il mondo a partire da un’arancia.
IL MONDO IN UN’ARANCIA
Come racconta Vincenzo Linarello, presidente del gruppo cooperativo Goel, che combatte le mafie in Calabria: “Le arance vengono pagate ai produttori da 5 a 10 centesimi al chilo. Il grossista le compera sull’albero, facendo una sua stima. Se a fine campagna avrà venduto solo 5 ettari su 10, è il contadino che ci rimette. E il pagamento arriva dopo sei mesi o addirittura un anno. Un mercato che lottizza i produttori e scarica su di loro tutto il rischio, che alimenta la piaga del lavoro nero e dello sfruttamento. Goel Bio riconosce invece ai produttori soci un prezzo di 40 centesimi al chilo, prezzo stabilito insieme a loro affinché abbiano un giusto guadagno e siano in grado di pagare in modo equo i lavoratori. È questo il primo passo per sottrarli dalla morsa della ‘ndrangheta. Il secondo è vincere insieme sul mercato, grazie alla forza di un marchio che racchiude tutti questi valori”.
Ecco perché il cambiamento ed il riscatto, possono partire anche da un’arancia coltivata in Italia, così come per il caffè o le banane coltivate nel sud del mondo.
ASCOLTARE PER RACCONTARE
“In questa generazione - ha dichiarato don Ciotti in occasione dei 20 anni di Libera - senti per la prima volta l’angoscia del futuro, perché non hanno la prospettiva di una sicurezza nel lavoro che gli dia dignità. Io credo che oggi bisogna che qualcuno li aiuti a calare il virtuale nel reale, bisogna portare storie vere, fatte da persone in carne ed ossa”. Ecco perché presentiamo il primo censimento Bio Bank delle fattorie sociali biologiche dove si coltiva “il capitale umano”. Ecco perché continuiamo ad ascoltare e raccontare storie.
Su Tutto Bio 2016 sono pubblicate 14 storie per il tema dell’anno “Un valore tira l’altro”
L’annuario del biologico Tutto Bio 2016, alla 22ma edizione.
STORIA 1
Il forno della biodiversità
Riccardo Astolfi | 33 anni | Forno Stria | Reggio Emilia (RE)
di Achille Mingozzi e Rosa Maria Bertino, Tutto Bio 2016
Tutto è partito da un po’ di pasta madre ricevuta in dono e dalla passione per il cibo buono, pulito e giusto: dai primi pani fatti in casa alle ricette sul blog, dal Pasta Madre Day al libro Pasta Madre. Ma il vero sogno era entrare nel reale: aprire un panificio. L’occasione giusta è arrivata da Reggio Emilia. A fine 2015 siamo partiti
con il forno Stria mettendo a punto nuove ricette, cercando i produttori locali, preparando pane e prodotti da forno solo con pasta madre, solo con farine di grani antichi macinati a pietra, tutto biologico e vegan. Un pane forte, grazie alla biodiversità della pasta madre e dei cereali.
Riccardo Astolfi, la mente del Forno Stria. (Foto: Bio Bank/Rosa Maria Bertino)
STORIA 2
Il vino bio-veg nel segno di Flora
Marilina e Federica Paternò | 30 e 27 anni | Marilina Paternò | Noto (SR)
di Achille Mingozzi e Rosa Maria Bertino, Tutto Bio 2016
La nostra azienda è nata nel 2001 ed è partita subito con la scelta biologica. Oggi la gestiamo a due, con mia sorella Federica, nell’assoluto rispetto della terra, del territorio e dei tradizionali metodi di produzione, naturalmente rivisitati: vigneti storici, cantina con vasche in cemento, appassimenti al sole. Lei segue la produzione,
io la parte commerciale. Con i nuovi vini biologici e vegani Flo, un omaggio a Flora, dea della primavera e dei fiori, abbiamo chiuso il cerchio, eliminando ogni sostanza di origine animale in vigna e in cantina. Una scelta in cui credo molto, perché da qualche anno sono vegetariana.
Marilina (a sinistra) e Federica Paternò nel loro vigneto bio a Noto, in provincia di Siracusa. (Foto: Vini Marilina)
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