Il mercato interno è in costante crescita: +20,6% nei primi sei mesi dell'anno
E le aziende che scelgono di passare al biologico sono sempre di più
In Italia, negli ultimi anni, si è assistito a una crescita del 47% delle importazioni di prodotti bio dall’estero, in particolare cereali e frumento. Alla 71esima edizione delle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona (il più importante appuntamento italiano per il settore e uno dei primi tre a livello mondiale, in scena fino al 29 ottobre nei padiglioni di CremonaFiere) si parla di come oggi il biologico possa incrementare il reddito dei produttori agricoli. Infatti per rispondere al progressivo aumento della domanda interna di prodotti bio (+20,6%,6 nei primi sei mesi del 2016) sempre più agricoltori e allevatori italiani si stanno avvicinando con interesse al mondo del biologico.
LA MAPPA DELL'IMPORT. Il grano duro arriva soprattutto dalla Turchia, il riso da India, Pakistan e Tailandia, il grano tenero dal Canada. Il panello di soia e la soia bio dalla Cina, il girasole dalla Moldavia. Le erbe naturali e le spezie aromatiche biologiche vengono importate soprattutto da Cina e India ma anche Senegal e Messico. Fagioli, patate e lenticche bio arrivano da Cina, Egitto e Turchia. L’olio extravergine biologico viene dalla Tunisia, lo zucchero di canna da Paraguay, Perù e Brasile. I surrogati del caffè dalla Svizzera.
LA CRESCITA DELLE PRODUZIONI BIOLOGICHE IN ITALIA. In Italia gli operatori biologici certificati alla fine del 2015 sono 59.959 con un incremento dell'8,2% rispetto al 2014: l'anno passato hanno quindi scelto di convertire la propria impresa oltre 4.500 operatori, secondo i dati diffusi dal SINAB - Sistema di Informazione Nazionale sull'Agricoltura Biologica. La superficie coltivata secondo il metodo biologico in Italia risulta pari a 1.492.579 ettari, con un aumento complessivo rispetto all’anno precedente del 7,5 %. Nel corso del 2015 sono stati infatti convertiti al metodo biologico oltre 104.000 ettari. Anche per le produzioni animali i dati evidenziano un aumento significativo, in particolare per bovini (+19,6%) e pollame (+18,2%).
LA CONVERSIONE AL BIO SECONDO GLI ESPERTI. “Soprattutto il latte biologico e i prodotti lattiero-caseari hanno visto un forte incremento dei consumi; tuttavia la produzione nazionale non ha seguito di pari passo questo trend – afferma Alberto Menghi del CRPA - Centro Ricerche Produzioni Animali –. Nella conversione al biologico occorre un'accurata analisi del rapporto costi-benefici, in particolare perché ogni azienda ha caratteristiche specifiche e, per questo, è complesso inquadrare un modello univoco che favorisca il passaggio alle produzioni biologiche”. E Giacomo Pirlo, ricercatore del CREA FLC - Centro di ricerca per le produzioni foraggere e lattiero-casearie di Lodi, rilancia: “I consumatori sono sempre più attenti alla sostenibilità e perciò alcune pratiche orientate all'ecologia che vengono attuate nel regime biologico dovranno necessariamente essere applicate anche alle produzioni convenzionali. Oggi chi produce bio è senza dubbio avvantaggiato rispetto a chi segue il regime tradizionale perché la domanda di prodotti biologici è in continua crescita. Il ruolo del CREA FLC è quello di agevolare la delicata fase di transizione individuando soluzioni per ridurre i rischi di investimento e fornendo indicazioni tecniche per contenere i costi di produzione”.
Riccardo Maruti
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