La Commissione ambiente del Parlamento europeo ha discusso sul problema della cancerogenicità del glifosato, l’erbicida più utilizzato nel mondo. Nell’incontro sono state presentati i motivi che hanno portato a valutazioni contrapposte tra l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa). In marzo, lo Iarc ha classificato il glifosato come “probabilmente” cancerogeno per l’uomo, mentre in novembre l’Efsa ha dichiarato “improbabili” questi sospetti. Entro giugno 2016, la Commissione europea dovrà decidere, sulla base del parere scientifico dell’Efsa, se rinnovare l’autorizzazione per il glifosato o se classificarlo come possibile cancerogeno.
L’Efsa ha fornito due motivazioni, per spiegare le differenti valutazioni. La prima è che lo Iarc ha esaminato il glifosato sia come principio attivo sia come “ingrediente” di diversi prodotti in commercio, mentre l’Efsa ha esaminato il glifosato solo come principio attivo, lasciando ai singoli Stati il compito di valutare la sicurezza dei prodotti che lo contengono. In secondo luogo, l’Autorità di Parma ha spiegato di aver valutato anche alcuni studi non considerati dallo Iarc. In particolare si tratta di sei studi su roditori, che i ricercatori dello Iarc non avevano voluto prendere in considerazione, pur avendoli a disposizione. Come ha spiegato il quotidiano britannico The Guardian, si tratta di studi finanziati dall’industria, non pubblicati interamente e presentati da Monsanto a nome di un’alleanza tra industrie, denominata Glyphosate Task Force, in cui la multinazionale ha svolto un “ruolo speciale” come punto di contatto con le autorità di regolamentazione.
Sul tavolo dei parlamentari e delle autorità europee c’è anche un documento firmato da 96 scienziati di tutto il mondo, tra cui venti italiani, che chiedono di ignorare il parere dell’Efsa, perché è il risultato di una procedura non aperta e trasparente, a differenza di quella seguita dallo Iarc. Il direttore dell’unità pesticidi dell’Efsa ha liquidato il documento dei 96 scienziati, paragonandolo a un post su Facebook al quale si chiede di rispondere “mi piace”.
Dopo aver ascoltato i rappresentati dello Iarc e dell’Efsa, la Commissione ambiente del Parlamento europeo ha approvato con 40 voti favorevoli, 26 contrari e 3 astensioni, una risoluzione in cui si afferma che l’attuale procedura di autorizzazione per alimenti e mangimi Ogm non è efficace e che tutte le autorizzazioni di nuovi prodotti devono essere sospese finché non sarà migliorata. In particolare, viene chiesto di bloccare l’autorizzazione all’uso nell’Ue del mais Ogm resistente al glifosato (NK603 x T25). La risoluzione passerà ora all’esame della prossima sessione plenaria del Parlamento europeo, prevista dal 18 al 21 gennaio.
Beniamino Bonardi - www.ilfattoalimentare.it
10 dicembre 2015
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