Uno studio pubblicato di recente sul Nature, frutto del lavoro di collaborazione tra ricercatori provenienti da tutto il mondo, ha rivelato che gli ecosistemi dotati di maggiore biodiversità sono in grado di resistere in misura maggiore a eventi climatici estremi, tra cui i periodi di pioggia e di siccità prolungati, sempre più comuni a causa dell'innalzamento della temperatura del pianeta.
La folta equipe di scienziati (Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Irlanda, Francia, Svizzera, Paesi Bassi, Repubblica Ceca e Giappone) ha esaminato i dati provenienti dagli esperimenti condotti per misurare l'impatto di una serie di eventi climatici (di intensità da moderata a estrema, sia brevi che prolungati ma anche umidi e secchi) sul livello di biodiversità di 46 praterie distribuite tra Europa e Nord America. Hanno osservato che la produttività degli ecosistemi con ridotta biodiversità, con una o due specie, si è ridotta di circa il 50%. Invece, quelli che presentano un'elevata biodiversità, con un numero di specie variabile da 16 a 32, sono andati incontro a una riduzione di circa il 25%.
La biomassa prodotta è stata scelta come parametro di misurazione dello stato di salute di ciascun ecosistema considerando la stretta dipendenza delle specie sia faunistiche che floristiche dalla biomassa per la produzione di energia.
"Sappiamo da molto che la biodiversità esercita un effetto stabilizzante sulla produttività degli ecosistemi nel corso del tempo" ha dichiarato Forest Isbell, ricercatore a capo del lavoro di ricerca. "Ma non siamo in grado di affermare con certezza se quest'azione avvenga durante gli eventi estremi, a seguito di essi o in entrambe le circostanze. Questa ricerca ha dimostrato che le comunità ricche di specie sono più stabili perché mostrano una maggiore resistenza nel corso di eventi climatici estremi." Inoltre, Isbell e il team hanno scoperto che l'impatto della biodiversità sugli ecosistemi non è percepibile, però, a lungo termine perchè sia gli ecosistemi con bassa che quelli con alta biodiversità, dopo un evento climatico avverso, recuperano la loro integrità nell'arco di un anno.
Questi risultati hanno rappresentato una sorpresa per il team di ricerca. "Molti di noi si aspettavano già che la biodiversità avrebbe promosso sia la resistenza durante gli eventi climatici che la resilienza a seguito di essi", ha spiegato Isbell. "Invece, la resistenza ai cambiamenti atmosferici ha chiaramente sostituito la resilienza come meccanismo principale attraverso il quale la biodiversità aiuta a preservare la stabilità degli ecosistemi di fronte a condizioni climatiche estreme."
Uno degli autori, Nico Eisenhauer dell'Università di Lipsia e del Centro tedesco per la Ricerca sulla Biodiversità Integrativa, che ha finanziato lo studio, ha aggiunto che questa ricerca "dimostra in maniera evidente che le attività umane stanno distruggento quella che è la forma di protezione naturale degli ecosistemi. Questa scoperta contribuirà ad aumentare la nostra comprensione sul ruolo che la biodiversità gioca nell'aiutare la natura a fronteggiare le tempeste che dovrà affrontare a causa dell'innalzamento delle temperatura globali. I ricercatori stanno cercando da decenni quegli elementi in grado di stabilizzare gli ecosistemi. Queste conclusioni dimostano non solo agli scienziati, ma anche a chi gestisce le terre e ai politici, responsabili di quei servizi che mirano alla stabilizzazione degli ecosistemi di fronte al cambiamento globale, quanto sia significativo il ruolo della biodiversità."
La prossima sfida, per gli autori, è identificare quei fattori, se non dovesse rientrare tra questi la biodiversità, in grado di determinare quanto rapidamente e accuratamente gli ecosistemi recuperano a seguito di eventi climatici estremi. Isbell ha aggiunto che "abbiamo anche bisogno di capire come la biodiversità aumenta la resistenza durante gli eventi climatici estremi in modo da poter determinare quali tipi di biodiversità sono necessari per aiutare la natura a prosperare in presenza di circostanze avverse."
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