Agricoltura sostenibile in Europa: bene Italia, Germania e Francia, ma siamo ancora distanti dal raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile
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L’agricoltura e il settore alimentare contribuiscono per circa il 20-35% all’emissione di gas serra in UE-28
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Il 12% dei terreni coltivabili nell’UE si sta erodendo a causa di pratiche intensive
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Il Food Sustainability Index strumento per aiutare i decisori a identificare casi virtuosi da seguire a livello comunitario
L'agricoltura europea causa oltre il 10% delle emissioni totali di gas a effetto serra nell'UE-28, con un contributo che sale al 20-35% se si considera l'intero settore alimentare1. Intervenire sulla PAC è quindi fondamentale per riuscire a rivedere il modo in cui produciamo il cibo in chiave sostenibile. Al momento, i prelievi di acqua destinati all’agricoltura nell'UE ammontano a quasi il 44% delle estrazioni totali2, con tassi più elevati nei Paesi mediterranei che registrano una scarsità nella disponibilità di acqua (come, per esempio, l'88% in Grecia e il 68% in Spagna3). Si stima, inoltre, che più del 12% dei terreni coltivabili nell'UE si stia erodendo principalmente a causa di pratiche agricole intensive4. Questi impatti ambientali - insieme alla frammentazione degli habitat - hanno contribuito alla perdita della biodiversità nell'UE, rendendo molto difficile per l'Europa raggiungere, entro il 2020, l'Obiettivo di Sviluppo Sostenibile n° 15: “Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell'ecosistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno e fermare la perdita di diversità biologica”, solo per citarne uno.
In questo scenario, il Food Sustainability Index, l’indice sviluppato dalla Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition in collaborazione con The Economist Intelligence Unit, che analizza la sostenibilità del sistema alimentare di 34 Paesi rappresentanti l’87% del PIL globale e 2/3 della popolazione mondiale, può essere lo strumento ideale per governi e decisori politici per aiutarli a intercettare i casi virtuosi che già oggi stanno portando a risultati tangibili e positivi per il sistema cibo – ambiente e applicare le best practices a livello comunitario.
I CASI VIRTUOSI SECONDO IL FOOD SUSTAINABILITY INDEX
Il Food Sustainability index mostra come l’Italia, insieme a Germania e Francia, siano in Europa i Paesi più virtuosi dai quali attingere le best practices per un’agricoltura davvero sostenibile.
Il successo dell’Italia è giustificato da ottime performance per quanto riguarda la “Water scarcity” e il “Water management”, a riprova che ad essere apprezzata non è soltanto la disponibilità di acqua, ma anche la capacità di gestione che ne viene fatta. La Germania, dal canto suo, si è distinta particolarmente per gli investimenti fatti su Ricerca e Sviluppo in ambito agroalimentare: dall’innovazione in agricoltura fino a programmi di formazione dedicati gli agricoltori per insegnare loro come applicare le più recenti tecniche di agricoltura sostenibile, questo Paese ha saputo confermare il suo grande impegno verso un sistema quanto più all’avanguardia possibile. Alla Francia, invece, è stato riconosciuto l’impegno nell’implementare iniziative rivolte all’agricoltura urbana. Grazie a quanto messo in pratica nel Paese d’oltralpe, è stata garantita un’agricoltura con un impatto minimo sull'ambiente grazie a un uso limitato di prodotti chimici come fertilizzanti e pesticidi.
Andando poi ad analizzare ulteriori parametri dell’Index in relazione all’agricoltura sostenibile, si nota come la Svezia svolga un ruolo strategico nel campo dell’agricoltura biologica: ben il 17% della superficie coltivabile è destinata a coltivazioni di questo tipo. Allo stesso modo la Spagna, con il 29% dei giovani che lavorano nel settore agricolo, si dimostra leader in Europa per quanto riguarda l’inserimento dei giovani in agricoltura.
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1 Guinée et al., 2006; Foley et al., 2011; Vermeulen et al., 2012; Eurostat, 2018c
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