A volte la vita ci riserva strani incontri, altre volte inventa per noi situazioni inaspettate, anche con chi già conosciamo pur rimanendo ai margini della loro vita.
Alcuni di questi momenti ci creano strane sensazioni e ci sono momenti in cui conoscendo certe persone pensiamo che se non ci fossero dovrebbero inventarle e più le conosciamo e più ci pare di conoscerle da sempre.
Ma il più delle volte ci inventiamo un sorriso “fasullo, taroccato”, creato più dal disagio che ci trasmettono che dalla cortesia. Più le frequentiamo e più pensiamo che il “buon Dio” sadicamente le ha create perchè ci rendano difficile la vita e così più le conosciamo e più vorremmo non averle mai incontrate.
Perchè ho iniziato così questa cronologia di una domenica? Perchè è una domenica speciale, una di quelle che persone e situazioni ti restano nella mente e nel cuore!
I VIP, personaggi noti di cui vi basta premere sui tasti del computer e di loro scoprite ogni cosa. Fotocopiare? Clonare le notizie? Che senso ha se sono sempre le stesse rubacchiate ad altri colleghi e spesso riportano solo notizie tecniche per gli addetti, o cose inventate per fare lo scoop? Ma nel bene come nel male ogni personaggio ha comunque un’anima! Amo descrivere i loro pensieri, le loro debolezze di uomini e donne noti o persone semplici, ma tutti con qualcosa di speciale che mi colpisce: sanno ancora emozionarsi davanti alle gioie e ai dolori, alle cose belle, sorridere o magari anche piangere.
VIP, spesso presuntuosi, arroganti, in “posa” anche quando dormono sognando paparazzi che li fotografano. Spesso persino aggressivi verso i fans e i giornalisti, dimenticando che il loro “piedistallo” lo devono proprio a questi!
Ma per fortuna esistono anche personaggi a cui la “fama” non ha “soppresso” l’intelligenza, la gentilezza e il rispetto!
Nella vita ho incontrato molti personaggi famosi e tra questi alcuni gentili e disponibili per opportunismo. Altri disponibili, ma a dettarti loro le domande, per darsi la risposta di comodo! Troppo spesso personaggi del “Tutto mi è dovuto” e sempre mi chiedevo se uscendo dovevo inchinarmi ai loro piedi per ringraziarli, o domandargli quanto gli dovevo per avermi onorata dell’intervista rilasciatami!
Ma ho anche incontrato personaggi a cui la fama aveva accresciuto la gentilezza, la modestia e ingrandito il cuore!
E’ per questo che dico che ci sono persone che vorrei averle incontrate prima, o che mi sembra di conoscerle da sempre. Come quelle di cui vi parlerò.
Se ricordate nel mio articolo “Paolo Conte come non l’avete mai visto” ho scritto che poco mi importerebbe se non fosse un personaggio internazionale, perchè considero importanti quelle persone che mi affascinano per la loro simpatia, cortesia, umanità e non per la loro notorietà.
Della interprete di una soap televisiva, “Più che donna”, in “Alla Mazzetti - Il gioco della morte e Caterina Vertova”, della Vertova ho descritto la sua immagine interiore, e così di tanti altri personaggi.Oggi vi narrerò di un altro personaggio, un grande, un mito internazionale, ma prima di tutto un uomo che non ha perso le sue radici legate alla terra, all’amicizia, al rispetto: Donato Lanati, considerato il migliore enologo del mondo. Plurilaureato,super premiato, un personaggio di cui non basterebbero mille pagine per parlare della sua grandezza come mito dell’enologia.
Ogni volta che lo incontro cerco di scoprire di lui la parte nascosta di “semplice” uomo con tutte le componenti umane di pregi e difetti. Tutti abbiamo dei pregi e dei difetti, anche i santi! Senza quelli che vita sarebbe: monotona, non ci insegnerebbe nulla e priva di tutto non avrebbe nemmeno senso vivere.
Ci sono uomini veri, illustri o sconosciuti che compiono piccoli o grandi gesti, o semplicemente mi colpiscono perchè hanno quella cosa che tutti chiamano Anima, ma pochi hanno saputo vederla attraverso i loro semplici gesti: in una parola, un gesto, un abbraccio. Anche nel silenzio racchiudono l’Immenso in ogni sua essenza!
“Si vede bene solo con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”, come scrive Antoine de Saint-Exupéry in “Il Piccolo Principe”. Solo se sappiamo Vedere con il Cuore e Leggere dentro l’Anima delle persone scopriremo Grandi Donne, Grandi Uomini, come le persone che ho incontrato, rivisto domenica, e tra questi Lanati, un mito come Uomo e come Enologo.
E’ comunque d’obbligo dire qualcosa su questo personaggio, anche se a... fotocopia la sua biografia la trovate ovunque. Ma vi basterà rileggere l’articolo dello scorso anno, su questo stesso sito: Quando “l’Enologia”... prende il volo e...viaggia a due ruote si chiama... Donato Lanati”.
Lombardo di nascita, alessandrino di adozione, all’età di 9 anni da Voghera si trasferisce a Cuccaro, nel Monferrato alessandrino, innamorandosi subito di queste colline dove lo sguardo spazia sui vigneti e si spinge sulla pianura, sino al Monviso e la catena delle Alpi che ne delineano il confine.
In lui è racchiuso un cuore, un’anima capace di provare emozioni e sentimenti verso la sua terra, quindi potrei intitolare questo articolo: “L’Enologo Lanati: l’Anima del Vino”, ma sceglierò: “I VIP: Donne, motori e... vino”, per alcune presenze femminili.
Donato Lanati, un nome che solo a pronunciarlo genera immagini di vigneti distesi sui pendii, grappoli d’uva, cantine e bottiglie di vino pregiato (nella prima foto al centro con Alberico e Gritti e nella seconda con Matteo Saraggi).
“Enosis” o cascina “Meraviglia”, è una struttura che sorge nei pressi di Fubine (AL), ma prima di tutto è la culla della scienza del vino, dove Lanati dà vita ai vini migliori e per i quali ha creato bicchieri altrettanto speciali.
Enosis è il Tempio del vino, della scienza e della tecnica uniti alla conoscenza dei nostri antenati, a macchinari enologici all’avanguardia, e al ripercorre a ritroso nel tempo la storia dell’uomo e della vite. Ed è qui che, da 37 varietà autoctone italiane, nasce “Pisopo”, da esperti considerato il migliore vino del mondo.
Ma “Enosis”, il magico regno di Donato Lanati, l’uomo della Georgia, del Kazakistan e di Pisopo, è un’altra storia che un giorno vi narrerò...
Provate nuovamente ad immaginare il Lanati enologo! Ora chiudete gli occhi e scopritelo in sella ad una rombate moto, con la tuta da cross e in testa il casco o addosso l’abbigliamento da elicotterista, ed ecco il Lanati uomo, con i suoi hobby e le passioni per tutto ciò che desta la sua curiosità!
Ancora una volta lo incontro su una rombate moto da cross, in una calda domenica di ottobre.
Siamo in Piemonte, a Moncalvo (AT), a circa 20 km da Asti, dove si organizza l’edizione 2017 di “Monfettucciato” per assistere ad una spettacolare esibizione di cross, non competitiva, su un circuito appositamente allestito. Il percorso si snoda appena oltrepassata la galleria, lungo il tracciato che sparisce nel bosco sottostante la cittadina e riaffiora nei terreni dell’ex tiro a segno.
Ogni anno è un crescendo di partecipanti, molte le donne, i bambini, i giovani o i... diversamente giovani e, come sempre, in pista Donato Lanati con il suo team di vecchie glorie del cross e dell’enduro, tra cui Alessandro Gritti campione Europeo e altri campioni d’Italia e d’Europa.
Ma quest’anno ho con me un’amica e collega, Maria Luisa Alberico, presenza femminile del mondo del vino e oggi insolita spettatrice delle rombati moto che sfrecciano sul circuito.
Docente e perito esperto di enogastronomia, direttore e presidente di “Donna Sommelier Europa”, unica rivista di settore al femminile, titolare di Donnedizioni e ideatrice di eventi culturali.
Dopo anni di insegnamento negli istituti superiori, ha intrapreso la carriera di giornalista enogastronomico, docente abilitato ai corsi di formazione per sommelier e perito Assaggiatore della Camera di Commercio di Torino.
Presidente dell'associazione Donna Sommelier, ha realizzato decine di progetti di valorizzazione del vino al femminile.
Il rombo dei motori fa da sfondo al paesaggio, ma io e Maria Luisa pensiamo a quel territorio del Monferrato astigiano e ai vitigni che abbiamo scorto lungo il tragitto.
Pensiamo al vino e all’Anima del vino, al legame con le tradizioni, ma anche alla religiosità e alla... magia racchiusa in un grappolo o in un bicchiere di vino.
Parlare di vino significa parlare di territorio perchè ogni volta che teniamo tra le dita un calice di vino parliamo di storia, cultura e folclore di una terra.
Ogni goccia racchiude la storia di un territorio e delle sue genti. Il vino è tradizione e cultura di un popolo: è il nostro passato, le nostre radici contadine tramandateci dagli antenati.
Oggi la viticoltura segue il prodotto già dalla posa delle barbatelle: il vino nasce prima di tutto dal terreno e dalle cure che l'uomo gli presta durante il percorso sino all'imbottigliamento!
Il vino è figlio del Cielo e della Terra, dell'Aria e dell'Acqua, del Sole e della Luna ed è una realtà che va seguita non solo a livello di “vendita”, ma anche come fonte di turismo.
Il turismo del vino, con le visite nelle cantine, agli “infernot”, nei vigneti, le degustazioni e i suoi abbinamenti al cibo territoriale, ma anche con ogni altra possibile forma di comunicazione. Non dimentichiamo che arte e cultura, storia e folclore, tradizioni e paesaggio sono legati in modo indissolubile al turismo dell'enogastronomia e viceversa.
Il vino è anche legato alla religiosità, alla magia. Ha una identità e ogni territorio lo identifica.
Nessun vino è uguale all’altro, nè come sapore, nè come storia. Ogni goccia conserva l’anima e la storia del territorio, del luogo in cui è impiantato il vigneto, ma anche l’anima di chi lo ha accudito nel percorso dalla terra alla bottiglia.
Ma il vino è maschio o femmina? Si dice “La Barbera” o “Il Barbera”?
Il vino nasce al maschile, con il “vitigno”, ma diventa femmina... nella bottiglia.
Se penso alla storia e alle tradizioni della mia gente dico che è femmina perchè è così che devono averla immaginata i nostri antenati: femminile, in omaggio al corpo vigoroso delle loro donne e contemporaneamente morbido, voluttuoso e suadente come quello di una giovane fanciulla.
Potrebbero sembrare espressioni più adatte a definire un'amante che un vino, ma basta andare indietro nel tempo e scoprirete che l'accostamento rispecchia quei tempi in cui la bottiglia era l'unica amica e compagna dei pensieri e delle tribolazioni. Una delle piccole soddisfazioni che accompagnavano non solo la malasorte da esorcizzare... affogandola, ma anche i cibi rustici e spesso senza troppa abbondanza.
E' il vino delle storie d'osteria, quello che “annegava” i dispiaceri e accompagnava le partite a carte nelle “piole. Era quello che segnava la nascita dei figli e si riponeva per stapparla il giorno della leva, mentre la bottiglia migliore si beveva in occasione di ricorrenze, compleanni, battesimi e matrimoni. Era il simbolo dell’ospitalità.
Scherzosamente sorrido pensando che Donato Lanati ha la passione per il mondo del vino e il motocross. Sono nel suo DNA e non mi stupirei se dormisse su una potente due ruote e nel serbatoio mettesse vino...
Se devo dire cosa penso di lui come lavoro, o meglio come ricercatore, devo riconoscergli l’istintività, l’entusiasmo e lo spirito avventuroso dell’uomo alla continua ricerca di qualcosa di nuovo da scoprire, da iniziare, da fare. Sempre pronto a lanciarsi verso nuovi spazi, nuovi luoghi, nuove emozioni, nuove avventure vitivinicole e sempre più lontano per penetrare più a fondo nei misteri: alle origini dell’uomo e del vino.
Credo che quando non viaggia fisicamente lo faccia con la mente.
In lui è come coesistessero due personalità: la natura selvaggia e indomabile del ricercatore si scontra con la parte superiore della saggezza e della razionalità.
La fervida fantasia creativa lo spinge alla continua ricerca di qualcosa che, anche se fa parte del suo mondo lavorativo, ha però le basi nella ricerca interiore di sè stesso e del suo passato. Ho conosciuto scienziati, artisti e altri personaggi, che affermavano di avere per amante il loro lavoro e per questo spesso dimenticassero persino di dormire e di mangiare, presi com’erano dagli attimi della loro “Creatività”.
L’immaginazione, la fantasia, tutto lo proietta in un suo mondo parallelo dove può tornare bambino in sella ad una moto sportiva, o ridiventare adulto seduto su un’auto che sia mitica al pari suo. In volo su un aereo, o come nel suo caso su uno dei suoi elicotteri, oppure scendere nel blu delle acque marine! Uomo condor o delfino, ma sempre alla ricerca di emozioni, avventure nell’ignoto per scoprire l’essenza della vita anche attraverso lo studio del vino.
Questa è la sua arte. Anche nel lavoro è sempre alla ricerca delle origini e del futuro. In fondo senza il passato non ci sarebbero nè il presente, nè il futuro.
Donato Lanati è un grande, un mito nel suo campo, grande anche d’animo, ma qualcosa dentro di lui è rimasto legato a quel bambino che cerca le attenzioni del mondo che lo circonda, della famiglia: tutti noi portiamo dentro i ricordi di fanciulli con sogni da grandi e a volte ci nascondiamo nei silenzi, in gesti che freniamo, ma chissà, forse in fondo è solo la paura di soffrire ancora... che ci rende eterni fanciulli.
E’un Grande, ma non lo ostenta. Non ha presunzione e sarà lui a venirvi incontro per salutarvi. Sa sorridere e anche scherzare. Sa indossare con classe un abito elegante quanto la tuta da motociclista. Sa essere un vero sportivo e in gara, come nella vita, sa complimentarsi con chi lo ha superato o stringere la mano a chi è arrivato ultimo incoraggiandolo.
Vi ho narrato il lato meno conosciuto di Donato Lanati, ma credo che di lui ci siano ancora molte cose da dire quando entrerò a “Enosis”, la sua Creatura, l’Anima di Donato Lanati: uomo, scienziato, mago o alchimista del vino?
Il vino è come l’uomo: nasce dalla terra, invecchia sulla vite e “finisce” nel bicchiere. E allora brindiamo al vino perchè è in un bicchiere che si celano filosofia e magia, poesia e arte, cultura e armonia, ma prima di tutto il vino narra la storia di antiche civiltà all’origine del mondo.
di Alexander Màscàl - ASA
ASA Press / Le notizie di oggi