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La battaglia del semaforo alimentare «Ostacola i prodotti italiani»

Il ministro Martina a Bruxelles: «È in contraddizione con una scelta strategica europea, che è quella di spingere sulla qualità dell’agroalimentare rafforzando Dop e Ig»

È una battaglia che va avanti da anni. Da anni, infatti, le associazioni italiane di categoria combattono contro il semaforo alimentare ossia il sistema di etichettatura presente in alcuni paesi come la Gran Bretagna, che classifica gli alimenti in base a tre colori. Semaforo verde: alimenti sani, che possono essere consumati senza limiti. Semaforo giallo: alimenti da mangiare con moderazione. Semaforo rosso: alimenti poco sani, da mangiare una volta ogni tanto. Il tutto fatto attraverso un calcolo di lipidi, grassi e sostanze presenti nei cibi, che può portare a delle storture. Come nel caso del parmigiano etichettato in alcuni casi con semaforo rosso.


La ricerca

E così, da una ricerca commissionata da Federalimentare a Nomisma, emerge che il «semaforo» britannico sta penalizzando le migliori produzioni nazionali italiane e anche quelle di altri paesi. L’etichetta colorata, introdotta da giugno 2013, è facoltativa ma è fortemente raccomandata da alcuni governi, tanto che è stata adottata dal 98% delle imprese del settore della distribuzione in Inghilterra. Sulla base di dati Nielsen, che rappresenta il 25,7% della grande distribuzione nel Regno Unito, emerge che i prodotti di parmigiano senza il semaforo colorato hanno incrementato fra il 2013 e il 2015 la quota di mercato del 7% e il volume di vendita del 54% (fra dicembre-febbraio 2013 e dicembre-febbraio 2014 e del 22% fra giugno-settembre 2014 e giugno-settembre 2015). Mentre il «parmigiano» con il semaforo, negli stessi periodi di riferimento, sono calati rispettivamente del 7%, dell’11% e per volume di vendite del 10% (fra dicembre-febbraio 2014 e dicembre-febbraio 2015, mentre fra giugno-settembre 2014 e giugno-settembre 2015 sono aumentate del 3%).


Il Consiglio

Il Reggiano senza semaforo +7% nei due anni, -7% quello con l’avviso rosso, giallo o verde. Il prosciutto crudo di Parma senza etichetta colorata +17%, quello con etichetta -17%. Brie: +8% con, -8% senza. L’etichetta a semaforo «è in contraddizione con una scelta strategica europea, che è quella di spingere sulla qualità dell’agroalimentare rafforzando Dop e Ig» ha detto ieri a Bruxelles il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina in occasione del consiglio dell’Agricoltura. Su questo fronte «abbiamo ricevuto il sostegno di Portogallo, Spagna, Romania, Cipro, Grecia e Slovenia - ha aggiunto - e c’è una sensibilità anche da parte dei francesi, vedremo come questa si manifesterà» ha spiegato il ministro secondo cui la questione dell’etichettatura addizionale «non è solo un tema italiano, ma un grande tema europeo, che va raccontato anche valutando produzioni non italiane, e può essere valutato da altri come utile».

(Corinna De Cesare - www.corriere.it)



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