Registrato un caso nel dipartimento delle Ardenne nel Norest del Paese
È la prima volta dal 2004. La Francia ha confermato il ritorno di un primo caso di mucca pazza nel dipartimento delle Ardenne, nel nord est del Paese, al confine con il Belgio. Secondo il ministero dell’Agricoltura di Parigi, i test per l’encefalopatia spongiforme bovina (Esb) realizzati dall’Agenzia nazionale per la sicurezza sanitaria su un solo animale d’allevamento sono risultati positivi. Il prelievo effettuato dopo il decesso della mucca era stato inviato al laboratorio europeo di riferimento in Gran Bretagna che ha fornito la certezza.
L’animale era di razza Salers, aveva 5 anni, ed è morto prematuramente nell’allevamento. Per questo è stato sottoposto ai test di legge.
L’informazione era già stata segnalata in via preventiva alle autorità europee di Bruxelles. Oggi è arrivata la conferma.
«Il sospetto di un caso di Esb rintracciato su una mucca di cinque anni morta prematuramente in un allevamento delle Ardenne è stato confermato dal laboratorio di riferimento dell’Unione europea», annuncia il governo di Parigi, precisando che la notizia è stata «notificata» in queste ore alla Commissione Ue e all’Oie, l’Organizzazione mondiale della Sanità animale. La Francia tiene a sottolineare che si tratta comunque di «un caso isolato», il terzo sul territorio europeo dal 2015, «senza conseguenze per i consumatori».
In questo caso la mucca dal mantello uniforme rosso-bruno non era destinata all’alimentazione umana. Il ministro dell’Agricoltura, Stéphane Le Foll, chiede ora all’esecutivo Ue di rivolgersi all’Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare con sede a Parma, per «capire meglio l’origine e la causa di questi casi isolati tra giovani bovini». Erano dodici anni che la mucca pazza non si manifestava sul territorio della Francia, Paese che nel 2015 era tornato alla definizione internazionale di “rischio trascurabile” rispetto alla malattia. Tale classificazione aveva consentito la riapertura di mercati che erano stati chiusi dopo la crisi, come Singapore, Vietnam, Sudafrica, Canada e Arabia Saudita.
(Paolo Levi - www.lastampa.it)
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