Commissione congiunta con Fao assolve il pesticida: nessuna evidenza di un'associazione per nessun livello di esposizione
Si allontana l'incubo glifosato, l'erbicida che ha diviso la comunità scientifica in Europa sui rischi intravisti per la salute. A diradare le ombre dell'allarme oggi sono l'Organizzazione mondiale della sanità e la Fao. "È improbabile che l'assunzione di glifosato attraverso la dieta sia cancerogena per l'uomo", fanno sapere dal meeting del Panel of Experts on Pesticide Residues in Food and the Environment.
Il ridimensionamento è legato alla quantità. "La grande maggioranza delle prove scientifiche - è spiegato nel comunicato - indica che la somministrazione di glifosato e di prodotti derivati a dosi fino a 2000 milligrammi per chilo di peso per via orale, la più rilevante per l'esposizione con la dieta, non è associata ad effetti genotossici nella stragrande maggioranza degli studi condotti su mammiferi".
Un passo indietro da parte dell'Oms, che a marzo del 2015 aveva classificato il pesticida più utilizzato al mondo come probabile cancerogeno per l'uomo, in uno studio uscito su The Lancet Oncology. "Qualche studio - prosegue, invece, il più documento di Fao e Oms - ha evidenziato un'associazione positiva tra l'esposizione al glifosato e il rischio di linfoma non Hodgkin. Tuttavia l'unico studio, condotto con una grande coorte e di grande qualità, non ha trovato evidenza di una associazione per nessun livello di esposizione".
Il parere va contro quello di molte associazioni ambientaliste, secondo cui invece il glifosato, contenuto nel RoundUp, prodotto di punta della Monsanto, è associato a un aumento di tumori e di malformazioni nei neonati. Una confusione che rischia di alimentare l'allarme, invece di fare lice sugli effetti, come ricorda Coldiretti esortando a "fare al più presto chiarezza, a tutela dei cittadini e degli agricoltori, disorientati dal rincorrersi di annunci discordanti", ha dichiarato il presidente Roberto Moncalvo.
A dire la verità tra i detrattori del glifosato c'è anche l'Iarc, l'agenzia dell'Oms per la ricerca sul cancro, che un anno fa ha inserito la sostanza nel gruppo 2A, quello delle sostanze 'probabilmente cancerogene', lo stesso delle carni rosse. Il parere dell'agenzia, scrive però l'Oms, è diverso da quello espresso oggi. "L'identificazione del pericolo, in particolare la classificazione da parte dell'Iarc delle sostanze in base alla loro cancerogenicità - è il primo passo del 'risk assessment'".
Contro il parere dell'Iarc si è espressa anche l'Efsa, l'autorità europea sugli alimentari, secondo cui invece il pesticida è sicuro. Lo scontro è particolarmente delicato in Europa, dove diversi ministri, tra cui i nostri Lorenzin e Martina, hanno chiesto di non rinnovare l'autorizzazione all'uso.
Un primo test condotto in Italia da Il Salvagente, nei mesi scorsi, ha rivelato residui dell'erbicida in una cinquantina di alimenti a base di cereali. Quantità che non preoccupano perché registrate nei limiti della legge. Un allarme ingiustificato, dunque, per i produttori pronti a limitare le preoccupazioni: "Nessun rischio per la salute - hanno garantito - neppure mangiando 200 kg di cibo al giorno". Posizione che oggi trova forza nelle conclusioni tratte da dati diffusi oggi da Oms-Fao.
Una decisione della Commissione Ue sul rinnovo della licenza per l'uso del glifosato è attesa per questa settimana. Durante il meeting è stata revisionata anche la pericolosità del diazinone, un insetticida
usato anche contro le zanzare Aedes aegipty, le cosiddette zanzara tigre portatrici tra gli altri del virus Zika, e di un altro insetticida, il malatione. In entrambi i casi la conclusione è stata che è "improbabile" che queste sostanze siano cancerogene.
(www.repubblica.it)
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