È il nuovo biotech. Il via libera negli Stati Uniti e le polemiche: «Sono Ogm mascherati»
Il genoma è praticamente identico a quello degli champignon che siamo abituati a mangiare, magari conditi con limone e parmigiano. Nessun gene estraneo. Nessuna traccia che riveli l’intervento di uno scienziato. Eppure i funghi del professor Yinong Yang non sono dei funghi qualsiasi.
È come cambiare la punteggiatura in un testo word
Passeranno alla storia come i primi testimonial di una nuova stagione dell’era biotech, quella dominata dalla tecnica Crispr. Un’avanguardia con gambo e cappello che da sola non rivoluzionerà l’agricoltura, ma servirà a verificare se cittadini e politici sono pronti ad aprire uno spiraglio all’innovazione. Immaginiamo che il genoma di ogni specie sia un libro. I biotecnologi hanno imparato a spostare interi paragrafi da un volume all’altro, producendo così gli organismi transgenici o Ogm. Ora sanno editare anche il testo, cambiando solo pochissime lettere. Non più ingegneria genetica, ma editing genetico, dunque. Come quando lavoriamo al computer su un documento di Word e modifichiamo la punteggiatura, dando un senso diverso a una frase. Il trucco sta in un enzima che può essere indirizzato verso un punto preciso del Dna grazie a una bussola molecolare. Nel caso degli champignon creati alla Pennsylvania University, una piccola correzione è bastata a disattivare sei geni implicati nell’annerimento dei funghi. Il risultato è che mantengono il loro candore anche una volta affettati. Nessun test potrebbe distinguere questo intervento dalle mutazioni che avvengono naturalmente in tutti gli organismi del mondo.
Le autorità: nessuna regola, sono come i funghi convenzionali
Per i poeti una rosa è una rosa è una rosa. Ma un fungo editato è un normale fungo di fronte alla legge e al mercato? Il Dipartimento americano dell’agricoltura ha risposto di sì, perché ha deciso di non regolamentare il prodotto, considerandolo alla stregua dei funghi convenzionali. Si delinea una probabile deregulation, quindi, anche per altri prodotti vicini al debutto come il mais Dupont resistente alla siccità. L’Ue dovrebbe pronunciarsi sulla tecnica entro l’anno. E l’Italia? Il ministro Martina ha stanziato 21 milioni per la ricerca sulle nuove «biotecnologie sostenibili», nella speranza che aiutino a risolvere problemi dell’agricoltura nostrana preservando l’identità genetica delle varietà.
Le proteste e il precedente dello yogurt
Alcuni oppositori storici del biotech mandano timidi segnali di apertura. Altri considerano i prodotti dell’editing come «Ogm mascherati». La Società di genetica agraria e la Società di biologia vegetale hanno ricordato in un documento congiunto il paradosso italiano: la ricerca pubblica sugli Ogm è bloccata mentre continuiamo a importare i mangimi dalle multinazionali. «Se ripetessimo quest’errore con i prodotti dell’editing otterremmo un pasticcio legale, un nonsenso logico, un’assurdità scientifica e un danno economico». Vale la pena ricordare che il sistema Crispr è stato scoperto in alcuni batteri usati per la produzione di yogurt e formaggi, e in seguito perfezionato a questo scopo da un’industria leader del settore. Perciò abbiamo iniziato a consumare alimenti «crisprizzati» ben prima che la scienza riconoscesse le potenzialità di questa innovazione.
(Anna Meldolesi www.corriere.it)
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