Segnali contrastanti dal commercio al dettaglio. Secondo le rilevazioni effettuate sul mese di maggio dall’Istat e rese oggi, le vendite al dettaglio registrano un incremento congiunturale dello 0,3% in valore e dello 0,2% in volume ma, nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente si nota che le vendite diminuiscono complessivamente sia in valore (-1,3%), sia in volume (-1,8%). Questa tendenza è evidente sia nel comparto alimentare (-1,8% in valore, -2% in volume rispetto al 2015) sia per il “non alimentare” (rispettivamente -1% e -1,6%). Considerando la categoria di negozio, si nota che il valore delle vendite al dettaglio diminuisce sia nelle imprese che operano nella grande distribuzione sia in quelle operanti su piccole superfici: rispettivamente -1,7% e -1,0%.
“Non si salva nessuno!”, è il vivace commento di Unione Nazionale Consumatori. “La cosa più preoccupante è che nessuna forma distributiva registra valori positivi. Persino i discount, gli unici a salvarsi durante la crisi, segnano una battuta d’arresto, registrando un -0,2% su base tendenziale”, dichiara Massimiliano Dona, segretario UNC.
Offerte, saldi e promozioni sembrano quindi non bastare più. “Fino ad oggi ci siamo allarmati perché le vendite erano ferme, oggi torniamo purtroppo a denunciare una grave diminuzione”, sottolineano Federconsumatori e Adusbef. “Si tratta della prova certa ed inequivocabile del fatto che il Paese non conosce alcuna ripresa e che gli annunci fatti fino ad oggi sono solo fumo negli occhi”, dichiarano i presidenti delle due associazioni, Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti. (www.helpconsumatori.it)
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