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E' Fish Dependence Day, "esaurito" mare Ue, al via import

Wwf, pesca eccessiva. Italia è ad alta dipendenza dall'estero

Oggi 13 luglio i consumatori europei hanno esaurito le 'scorte' di pesce locale e cominciano a consumare quelle che provengono da oceani lontani, soprattutto dai paesi in via di sviluppo. Se l'Europa avesse consumato solo pesce europeo dall'inizio dell'anno, oggi l'avrebbe finito. Con questo dato il Wwf marca in un immaginario calendario sulla sostenibilità il Fish Dependence Day in Europa. I cittadini europei, segnala l'associazione ambientalista, consumano molto più di quello che i paesi del vecchio continente pescano nelle proprie acque; e oltre la metà della domanda annuale di pesce proviene da acque non europee.

L'Italia, precisa il Wwf, è al settimo posto della top ten dei paesi con la più alta dipendenza da prodotti di pesce da acque estere: il nostro Fish Dependence Day nazionale in realtà si è 'celebrato' lo scorso 3 aprile. La prima a superare la soglia è l'Austria (19 gennaio), seguita da Slovenia e Slovacchia (5 febbraio), Romania (22 febbraio), Belgio (23 febbraio), Lituania (3 marzo), Portogallo (20 aprile), Germania (2 maggio), Spagna (10 maggio). In media, ogni cittadino europeo consuma 23 kg di pesce all'anno. Secondo dati FAO, con una media di consumo di pesce di 25.4 kg pro capite all'anno, l'Italia si posiziona al decimo posto in Europa.

Negli ultimi tre decenni, il Fish Dependence Day europeo è stato anticipato di anno in anno. Trenta anni fa, l'Europa era in grado di soddisfare la domanda di pesce pescandolo in acque europee fino a settembre od ottobre. Durante lo stesso periodo di tempo, il problema globale di pesca eccessiva è aumentato.

Secondo l'ultimo Sofia report della Fao, pubblicato pochi giorni fa, un allarmante 31% di stock ittici nel mondo sono sovra sfruttati, il 58 % sono utilizzati al limite dei propri limiti biologici e solo l'11% degli stock ittici sono pescati con moderazione. "La lotta alla pesca eccessiva non ha avuto ancora un grande impatto finora. La salute del mare è a rischio" conclude Marco Costantini, Fisheries Project Manager del Wwf Programma Mediterraneo che chiede un "cambio drastico per raggiungere una politica corretta e sostenibile di pesca". (www.ansa.it).




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