A meno di un anno dall'adozione e prima della Conferenza ONU di Marrakech, l'accordo di Parigi entra in vigore, grazie alla ratifica da parte dell'UE che ha consentito di superare la soglia di 55 dei 195 paesi firmatari, rappresentanti almeno il 55% delle emissioni globali.
L'accordo di Parigi verte su quattro punti principali; innanzitutto, mira al mantenimento dell'aumento medio della temperatura al di sotto di 2°C rispetto a livelli preindustriali sul lungo periodo, mentre sul breve periodo, si prefissa di mantenere l'aumento a 1,5°C. Per quanto riguarda le emissioni globali, l'obiettivo è di raggiungere il prima possibile il livello massimo, per poter poi sviluppare tecnologie per organizzare una strategia definitiva per ridurle.
Si tratta del primo accordo universale sul clima mondiale con valore giuridicamente vincolante: è un passo storico che è passato rapidamente dall'adozione nel dicembre 2015, alla firma nell'aprile 2016 e infine all'entrata in vigore lo scorso 4 novembre 2016, poco prima della Conferenza annuale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP22), che avrà luogo tra il 7 e il 18 novembre a Marrakech. In tale sede, l'UE sarà rappresentata sia dal Consiglio sia dalla Commissione: il primo sarà rappresentato dal Ministro dell'ambiente slovacco e presidente del Consiglio durante la presidenza slovacca. Invece, la Commissione sarà rappresentata dal Commissario per l'Azione per il clima e l'energia Miguel Arias Cañete, a detta del quale la Conferenza di Marrakech costituirà un primo momento in cui pianificare azioni concrete alla luce di quanto sancito dall'accordo di Parigi e sarà un'occasione per proseguire sull'onda di questo slancio, incoraggiando la ratifica dei paesi che non l'hanno ancora fatto.
La Conferenza di Marrakech ha l'obiettivo di provare che il passaggio a un'economia a basse emissioni è possibile e sempre più probabile grazie all'accordo di Parigi. Si concentrerà sul rafforzamento della strategia da qui al 2020 e offrirà l'opportunità di riflettere sui progressi raggiunti e sulle iniziative esistenti, grazie alle giornate tematiche indette in concomitanza della Conferenza.
Secondo il Vicepresidente e Commissario per l'Unione dell'energia Maroš Šefčovič, la rapidità con cui l'accordo è entrato in vigore è la prova dell'urgenza percepita a livello globale per quanto concerne il problema del clima. L'UE si è già messa all'opera da tempo in tema di cambiamento climatico e riduzione delle emissioni: nel marzo 2015 è stata la prima delle maggiori economie a presentare il proprio contributo al futuro accordo, mentre è già in fase di attuazione un ambizioso programma di riduzione delle emissioni del 40% entro il 2030. Inoltre, l'Unione e i gli Stati membri sono i maggiori fornitori di finanziamenti pubblici per il clima a favore dei paesi in via di sviluppo, erogando un terzo dei finanziamenti pubblici disponibili.
Francesca Dincao e Francesco Laera
COMM-REP-MIL@ec.europa.eu
ASA Press / Le notizie di oggi