Da 2008, 22mila imbarcazioni Ue autorizzate, oltre 45% italiane
Oceana, la più grande organizzazione internazionale dedicata esclusivamente alla protezione degli oceani, chiede ''ai ministri della pesca Ue di sostenere, in occasione del Consiglio che si terrà a giugno a Lussemburgo, una nuova regolamentazione che garantisca che i pescherecci degli Stati membri che operano al di fuori delle acque comunitarie, rispettino i controlli e gli standard in vigore nell'Ue''. Oceana osserva che l'aggiornamento del sito WhoFishesFar.org ha messo in evidenza che ''dal 2008 sono 22.085 le imbarcazioni dell'Unione autorizzate ad operare in acque extra-Ue. Di queste 10.168 sono italiane. Mancano invece cifre ufficiali sulle barche che pescano in Africa su base di accordi privati''. Queste ultime - spiega Maria José Cornax, direttore della pesca per Oceana in Europa - ''sono imbarcazioni che operano in una totale mancanza di trasparenza e di controllo e non dovrebbero avere lo stesso accesso al mercato europeo degli operatori che invece aderiscono agli standard ambientali e di lavoro dell'Ue''. Per Ong, ''questa lacuna rende la flotta comunitaria vulnerabile alle attività illegali''. Chiede quindi ''di affrontare il problema altrimenti il Consiglio dei ministri della pesca Ue non riuscirà a realizzare un obiettivo fondamentale della Politica comune del settore: la trasparenza e la sostenibilità in tutte le operazioni di pesca''. (www.ansa.it).
ASA Press / Le notizie di oggi