ENTI E MINISTERI
Dal Movimento Turismo del Vino al Movimento Turismo dell’Olio

Il Movimento Turismo del Vino, che si appresta a celebrare Cantine aperte, si lancia in una nuova sfida e si occuperà anche di olio. "Come per il vino, vogliamo abbattere i recinti, aprire le porte e far conoscere le diversità, territoriali, umane e qualitative." spiega il Presidente MTV Carlo Pietrasanta

Oggi si fa presto a dire turismo del vino. Se negli anni Novanta era una novità, oggi per alcuni è già una consuetudine. E le consuetudini non sempre sono foriere di positività. Fino alla fine degli anni Ottanta le cantine erano chiuse; quello che accadeva al loro interno interessava pochi e per la maggioranza dei consumatori ‘il vino era vino’, una cosa da bere, bianco o rosso o poco più. Poi sono esplosi gli anni Novanta, è nato il Movimento Turismo del Vino, grazie ad una intuizione della prof. Magda Antonioli Corigliano ed alla spinta entusiasta di Donatella Cinelli Colombini. E' nato il grande appuntamento di Cantine Aperte, e grazie ad esso è stato codificato il ruolo e regolamentata l’azione delle Strade del Vino. Tutti hanno iniziato a bere con consapevolezza del cosa stavano bevendo. Lo slogan di MTV è stato e continua ad essere una sintesi perfetta, ideale: “Vedi Cosa Bevi”.

In questi anni il Movimento del Turismo del Vino, che ho l'onore di presiedere, e le Cantine che ne fanno parte, hanno operato per valorizzare le piccole ‘diversità’, che oggi rendono grandi ed unici i tanti territori del vino, che nobilitano ogni angolo della nostra Penisola. ‘Diversità’ che messe in mani attente, sono diventate strumento di promozione tale che quei piccoli territori, fino ad all’ora sconosciuti ai più e spesso sottovalutati dagli stessi che li abitavano, hanno assunto caratteristiche di una ‘unicità’ tale da farli diventare mete di viaggio.

E’ nato così l’enoturismo e da esso un progetto che doveva ruotare intorno alle ‘Strade del Vino’. Ma l’assenza di una regia unica, la mancata condivisione di un regolamento comune, hanno fatto sì che il sistema si sia sviluppato in libertà, con risultati importanti in alcuni casi e deludenti in tantissimi altri. Occasione persa? Di sicuro un progetto compromesso, anche se il comparto continua a dimostrare una grande vivacità.

Oggi le cantine sono sempre aperte, la conoscenza è diffusa, la base dei consumatori si è evoluta e l’offerta generalizzata. Spesso si antepone la vendita di bottiglie alla scoperta o la conoscenza di un territorio e così non deve essere. Di sicuro così non è per le Cantine socie del Movimento Turismo del Vino. La qualità dell’accoglienza, il rispetto per l’ambiente, la sua valorizzazione saranno al centro del nostro lavoro. Gli appassionati, che oggi chiamiamo ‘enoturisti’, vivendo i territori del vino, hanno fatto in modo che l’enoturismo raggiungesse un valore economico importante.

Ma dobbiamo guardare avanti. Chi vive e lavora nelle splendide campagne della Penisola, spessissimo unisce alla viticoltura anche l’olivicoltura. Se il vino nell’ultimo quarto di secolo, ha fatto passi da gigante ed ha acquisito valori che ne hanno mutato profondamente l’approccio verso i consumatori, che oggi sanno riconoscere la qualità reale, il valore dei territori di produzione e su questo orientano i loro acquisti, nell’Olio tutto questo non sta accadendo, l’omologazione domina, le scelte sono fatte sulla base del prezzo ed il valore reale della qualità stenta a decollare.

Come Movimento Turismo del Vino ci siamo presi un impegno che concretizzeremo presto e ci porterà a valorizzare i territori, la gente e la qualità del prodotto lungo un percorso riconoscibile ed efficace che ci ha portato alla creazione del Movimento Turismo dell’Olio. Come per il vino, vogliamo abbattere i recinti, aprire le porte e far conoscere le diversità, territoriali, umane e qualitative. E’ un grande impegno che ci assumiamo con determinazione.

(Carlo Pietrasanta - www.teatronaturale.it)

 



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