Ognuno di noi produce circa 30 kg di plastica ogni anno: se questa plastica fosse completamente riciclata, in un comune di 100.000 abitanti si risparmierebbero 10.000 tonnellate di petrolio e carbone. Se ogni cittadino riciclasse interamente gli imballaggi prodotti e l’organico risparmierebbe in un anno circa 560 Kg CO2 equivalenti ! Sono i temi al centro della trasmissione di ieri di Ecolife, Il consumatore sostenibile su Radio Latte e Miele, nell’ambito del progetto europeo Ecolife che rientra nel programma di co-finanziamento LIFE+ Informazione e Comunicazione dell’Unione
Ospite in studio Silvia Biasotto, del Movimento Difesa del Cittadino, partner di Ecolife coordinato da Legambiente. Tanti gli esempi di come ogni nostra azione produca inquinamento: ad esempio, per produrre 1 kg di alluminio, occorrono 15 kwh di energia elettrica; per produrre un kg di alluminio riciclato, servono invece 0,8 kwh: in Italia, ogni anno, vengono consumate 1 miliardo e 500 mila lattine. E ancora: per produrre una tonnellata di carta vergine occorrono 15 alberi, 440.000 litri d’acqua e 7.600 kwh di energia elettrica: per produrre una tonnellata di carta riciclata bastano invece 1.800 litri d’acqua e 2.700 kwh di energia elettrica.
Ma come si effettua al meglio la raccolta differenziata?
Ci sono delle regole generali anche se poi ogni comune ha le sue. A Roma, ad esempio sono presenti i cassonetti per la raccolta di 3 tipologie di rifiuto; 1vetro, plastica e metallo (blu);2 carta (bianchi); 3 materiali non riciclabili (verde grigio). Nelle zone in cui si raccoglie anche l’organico si differenziano anche gli avanzi di cibo, di frutta e verdura, foglie e fiori. In generale anche i tovaglioli di carta sporchi vengono riciclati con l’organico altrimenti devono essere gettati nell’indifferenziato. La raccolta dell’organico è fondamentale per produrre il compost e trasformarlo in fertilizzante agricolo.
E non dimentichiamo i cd RAEE, i rifiuti elettronici. Come televisori, computer, monitor, stampanti, lampade, ecc.. Si tratta di rifiuti molto inquinanti perché composti da sostanze molto inquinanti come plastiche, composti chimici e metalli pesanti.
Questi, insieme ai rifiuti ingombranti (porte, armadi, cucine, materassi,) e ai rifiuti speciali (calcinacci, batterie al piombo (per auto, moto, camion), contenitori con residui di vernici e solventi) vanno differenziati separatamente presso i centri di raccolta del proprio comune o tramite servizi di raccolta a domicilio.
Inoltre altri piccoli rifiuti particolari non possono essere gettati nei cassonetti classici per le loro caratteristiche di pericolosità, tossicità o per la possibilità di riutilizzo, come le pile scariche i farmaci scaduti gli oli esausti.
Lo spreco alimentare
Purtroppo nella pattumiera spesso va a finire anche il cibo. Il 9% del cibo che acquistiamo finisce nella pattumiera. Secondo le stime ufficiali, in casa si spreca ad esempio il 17% dei prodotti ortofrutticoli e ben il 35% di latte, uova, carni e formaggi. Dato che la spesa media della famiglia italiana per l’alimentazione è di 470 euro al mese, finiscono nella pattumiera più di 40 euro, circa 500 euro all’anno di cibo mai mangiato. Uno spreco al quale va sommata la quota di tassa rifiuti per smaltire gli scarti.
Facciamo più attenzione quando andiamo a fare la spesa: scriviamo a casa una lista di cosa ci serve davvero, evitiamo di acquistare dosi eccessive stando attenti alle scadenze e preferiamo prodotti più sani e convenienti. Compriamo ad esempio il pane tradizionale: buono anche quando è duro; impariamo a cucinare gli avanzi ed evitiamo di fare la spesa a stomaco vuoto!
(www.helpconsumatori.it)
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