FATTI E PERSONE
Farfalle a rischio estinzione. Bisogna salvare campi e prati

Nella lista rossa delle specie in pericolo, 18 potrebbero scomparire. Tra le cause principali c’è l’abbandono delle aree rurali

O il bosco o le farfalle. E poi lo sapevate che i cespugli di ortica sono «asili nido» per farfalle? Sembra difficile scegliere per salvare queste bellezze della natura così fragili e affascinanti. Nel rapporto «La lista rossa della farfalle italiane» (lavoro coordinato dall’Università di Torino, con Federparchi, ministero dell’Ambiente e l’Unione mondiale per la conservazione della natura) sulle specie a rischio estinzione, si legge che la principale minaccia per alcune specie è «la riforestazione naturale, conseguenza dell’abbandono delle aree rurali, ma anche l’intensificazione dell’agricoltura».  

A questo si aggiunge - come sempre quando si parla di disastri naturali annunciati o in corso - il cambiamento climatico e l’innalzamento delle temperature. «In montagna alcune specie sono in diminuzione a causa delle temperature, bisognerebbe creare ambienti freschi dove possano rifugiarsi dal caldo». 

Leonardo Dapporto docente di Ecofisiologia e cambiamenti climatici all’Università di Firenze, ha partecipato al progetto della Lista rossa. Ora che la lista dei guai è compilata serve una soluzione, o comunque una serie di indicazioni dagli esperti su cosa fare per salvare queste sentinelle di biodiversità. «Dobbiamo conservare i loro ambienti naturali. Il progetto dà valutazioni oggettive dello stato di salute delle specie, sono 289 in Italia. E di queste diciotto sono a rischio con allarme rosso» continua Dapporto. Per le altre etologi e ambientalisti stanno in allerta.  

«Esistono farfalle bellissime e fragilissime come i licenidi, che vivono nei prati umidi, ecosistemi che stanno scomparendo. E poi le farfalle Apollo di origini himalayane sono delicatissime». Francesco Petretti, etologo del Wwf, racconta come salvando l’ortica, piantando fiori di lillà e lantane sui nostri terrazzi diamo rifugio ai bruchi e creiamo microristoranti per le farfalle adulte.  

 

IL RITORNO  

Legambiente ha creato il Santuario delle farfalle «Ornella Casnati», all’Isola d’Elba, dove, dopo più di 70 anni è stato possibile riscoprire la presenza di almeno due specie, la Zerynthia cassandra e la Glauchopsyche alexis. L’Arcipelago Toscano è uno dei luoghi di eccellenza per lo studio delle farfalle, favorito dalla sua posizione tra Corsica e Italia.  

L’Italia ha un patrimonio di biodiversità immenso e le farfalle ne sono un cardine. Ma «sono le prime a soffrire se qualcosa si spezza nell’ecosistema» insiste Petretti. Tra le «nostre» quasi trecento specie, alcune sono endemiche, tra cui la Zerynthia Cassandra, la Melanargia Arge e alcune rarissime e con un habitat ristretto, come falena Acanthobrahmaea europea, che vive soltanto alle pendici del Vulture, in Basilicata. E qui ritorna l’obbligo di conservare ecosistemi piccoli ma rari, i rifugi di queste bellezze.  

 

AVVISTAMENTI DI RARITÀ  

A Giannutri è stata documentata la presenza della Coenonympha elbana, che ha un Dna completamente diverso dalle altre popolazioni esistenti. Sempre a Giannutri, sono state scoperte due specie nuove per la fauna dell’isola: la Pararge aegeria e la Pieris napi. All’isola di Montecristo è stata osservata una specie «fantasma»: la Pararge aegeria, avvistata una sola volta trenta anni fa. «Le farfalle sono termometri del nostro ecosistema - insiste Petretti -, per questo vanno protette da tutti: mettiamo una pianta di lavanda sul nostro terrazzo e potremo dire di aver partecipato alla conservazione delle farfalle». 

«Quando si apre il fiore, la farfalla arriva, ma nello stesso tempo, quando la farfalla arriva, si apre il fiore»: è un antico proverbio giapponese sull’amicizia e sulla solidarietà. Ora le farfalle hanno bisogno della nostra solidarietà. 

(Antonella Mariotti - www.lastampa.it)




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