Pochi spiragli positivi per il settore della vendita al dettaglio che, in base alle rilevazioni dell’Istat, registrano per il mese di aprile un incremento pari ad appena lo 0,1%. Su base annuale, invece si riscontra una contrazione sia in valore (-0,5%), sia in volumi (-0,9%). Tra gli esercizi alimentari, l’Istat registra una crescita solo per i discount (+0,8% nell’anno) e il calo maggiore per i piccoli negozi (-2,8%). Per i supermercati c’è una riduzione del 2% e per gli ipermercati dello 0,8%.
In volume le vendite ad aprile sono ferme rispetto al mese precedente e calano dello 0,9% sull’anno. Per quanto riguarda i prodotti alimentari l’aumento rispetto al mese precedente è stato dello 0,2% in valore, e dello 0,1% in volume. Nella media del trimestre febbraio-aprile 2016, l’indice in valore registra una variazione negativa dello 0,3%. L’indice in volume diminuisce dello 0,1% rispetto al trimestre precedente.
Analizzando le diverse categorie di prodotto non alimentari, si registrano andamenti eterogenei: le variazioni positive più marcate in valore si rilevano per i gruppi elettrodomestici, radio, tv e registratori (+1,5%) e prodotti di gioiellerie e orologeria (+1,3%). Dati che appaiono nel complesso timidi e incerti che testimoniano come la ripresa sia lontana e abbia ancora bisogno di interventi mirati.
“C’è bisogno di uno slancio deciso in direzione della crescita e dello sviluppo. Da troppo tempo, nonostante gli annunci e gli eccessivi ottimismi, siamo ancora fermi al punto di partenza”, dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef. Secondo uno studio dell’O.N.F. (Osservatorio Nazionale Federconsumatori), ipotizzando un tasso di disoccupazione al 6% (tasso ante-crisi, seppure ancora elevato), rispetto ad oggi la capacità di acquisto delle famiglie aumenterebbe di circa +40 miliardi di euro l’anno. “È evidente”, spiegano dall’associazione, “che dare vere risposte in termini occupazionali significa gettare i presupposti per una ripresa strutturale e del nostro sistema economico.
L’Unione Nazionale Consumatori, invece si dice preoccupata soprattutto dal calo delle vendite su base annua. “È un campanello d’allarme il crollo tendenziale delle vendite alimentari: una caduta dalla quale non si salva né la grande distribuzione” dichiara Massimiliano Dona, segretario dell’Unione Nazionale Consumatori. “Insomma, solo i discount in questi anni di crisi hanno registrato aumenti delle vendite. Questo indica che le famiglie sono ancora in difficoltà e che, persino su spese obbligate come quelle alimentari, sono costrette ad andare a caccia di offerte e sconti se vogliono arrivare a fine mese” conclude Dona.
(www.helpconsumatori.it)
ASA Press / Le notizie di oggi