Dai processi di fermentazione ai bio-fertilizzanti, dalla produzione di vaccini allo sviluppo di bio-pesticidi: le biotecnologie possono rendere più produttive e sostenibili le attività dei piccoli agricoltori. Per questo molto di più deve essere fatto per garantirne l'accesso alle famiglie contadine, in particolare quelle dei Paesi in via di sviluppo, a fronte anche delle grandi sfide come il cambiamento climatico e la crescita della popolazione. Questo il messaggio arrivato dal Simposio internazionale 'Il ruolo delle biotecnologie agricole nei sistemi alimentari sostenibili e nella nutrizione', che si svolge dal 15 al 17 febbraio presso la Fao e aperto dal direttore generale della Fao José Graziano da Silva.
Graziano da Silva ha sottolineato la necessità di "un ampio portafoglio di strumenti e approcci per sradicare la fame, combattere ogni forma di malnutrizione e raggiungere un'agricoltura sostenibile".
Il simposio, si legge in una nota, si concentra principalmente sulla vasta gamma di biotecnologie che potrebbero incrementare le rese, migliorare le qualità nutrizionali e permettere di ottenere una maggiore produttività delle colture, della zootecnia, della pesca e del settore forestale a vantaggio delle famiglie contadine e dei loro sistemi alimentari, della loro nutrizione e dei loro mezzi di sussistenza.
Le biotecnologie agricole includono molte applicazioni a bassa tecnologia, come i processi di fermentazione, i bio-fertilizzanti, l'inseminazione artificiale, la produzione di vaccini, la diagnostica delle malattie, lo sviluppo di bio-pesticidi e l'uso di marcatori molecolari per lo sviluppo di nuove varietà e razze. "Non possiamo perdere di vista che le biotecnologie, la conoscenza e l'innovazione devono essere disponibili, accessibili e applicabili ai piccoli agricoltori", ha affermato Graziano da Silva nel suo intervento. "Dobbiamo trovare i mezzi per rimuovere le barriere che impediscono la loro disponibilità alle famiglie contadine", ha aggiunto.
"Lasciatemi però dire una cosa, forte e chiaro: questo simposio non ha come oggetto gli organismi geneticamente modificati. Le biotecnologie agricole sono molto più ampie degli Ogm", ha sottolineato il direttore della Fao. "Vogliamo indagare e dare esempi di come le moderne tecnologie possono essere compatibili con i principi di un approccio agro-ecologico", ha proseguito Graziano da Silva, facendo notare che la conoscenza e l'innovazione "fondata su dati attendibili e sulla scienza" sono fondamentali per affrontare le complesse sfide di un'agricoltura sostenibile.
Partecipano al simposio di tre giorni circa 500 studiosi, rappresentanti di governo, società civile, settore privato, mondo accademico, associazioni e cooperative di agricoltori. Il 16 febbraio in programma una sessione ministeriale ad alto livello. (www.adnkronos.com)
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