Nel 1966 un ettaro valeva 1,8 milioni di lire, pari a 15.537,15 euro. Oggi costa 400.000 euro. La stima è di winenews.it
Ad averlo immaginato 50 anni fa, i giovani di allora oggi lascerebbero una fortuna agli eredi: pochi decine di milioni di lire per comprare qualche ettaro di terreno sui colli di Montalcino da destinare a vigneto per la produzione di vino Brunello. Oggi valgono una fortuna. E’ tra gli “investimenti storici” con la migliore performance in assoluto. Dal 1966 ad oggi, infatti, l’incremento di valore di un ettaro di vigneto a Brunello è del 2.474%. Lo stima un’analisi di www.winenews.it, uno dei siti più cliccati dagli amanti del buon bere. Un record, a 50 anni esatti dal riconoscimento della Doc, per Montalcino, dove si coltiva il Sangiovese più amato al mondo e che in purezza viene trasformato in vino (per il Brunello si devono utilizzare esclusivamente uve di Sangiovese).
I vigneti di Montalcino – secondo winenews.it - “siedono” sull’Olimpo di quelli più pregiati al mondo: nel 1966 un ettaro di terreno vitato e/o vitabile (fabbricati annessi) valeva 1,8 milioni di lire, pari a 15.537,15 euro (cifra ottenuta con il calcolo dei coefficienti Istat per l’attualizzazione dei valori). Oggi un ettaro di Brunello vale ben 400.000 euro. A determinare la svolta, per questo “signore” dei vini toscani, è una data: il 28 marzo 1966, quando il Decreto del Presidente della Repubblica che assegnò al rosso toscano la Denominazione di Origine Controllata. Da allora è iniziata la crescita di valore delle vigne. Che però non è stata costante. Tra il 1955 e il 1970 - racconta www.winenews.it - Montalcino entrò in una profonda crisi economica e sociale, diventando una delle località più depresse del territorio di Siena, dove la penuria di lavoro causò un preoccupante calo della popolazione residente (gli abitanti passarono dai 10.203 del 1951 ai 6.297 del 1971, secondo le cifre dei censimenti Istat). Poi, però, il vino è tornato a correre. E in mezzo secolo gli ettari di vigneto dedicati alla coltivazione del Brunello sono passati da 64 del 1967 (anno di costituzione del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino) agli attuali 2.10. E chi ha anche solo pochi ettari, oggi possiede un tesoro.
"E' un dato che ci rende orgogliosi e che sottolinea l’eccezionalità di questo territorio e dei suoi produttori - ha commentato la ricerca di winenews.it il presidente del Consorzio del Brunello Fabrizio Bindocci - Tutto ciò è il frutto della scelta strategica, perseguita con coerenza nel tempo, di puntare sulla ricerca della qualità attraverso l’ equilibrio fra produzione e territorio e la regolamentazione delle superfici vitate".
(Maurizio Bologni - http://firenze.repubblica.it)
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