Approvato anche un emendamento che introduce incentivi fiscali per la rigenerazione delle aree dismesse
Le norme contenute nel disegno di legge sul consumo di suolo non si applicheranno ai centri storici, alle aree urbane ad essi equiparate e alle aree di particolare pregio storico artistico.
Questa una novità introdotta da un emendamento approvato nel corso della seduta congiunta tra commissione Ambiente e Agricoltura della Camera del 31 marzo 2016.
Consumo di suolo: gli emendamenti approvati
Oltre all’esclusione dei centri storici, è stato approvato un emendamento presentato dai relatori Massimo Fiorio e Chiara Braga che introduce incentivi fiscali per la rigenerazione delle aree produttive dismesse.
L’emendamento non entra nello specifico ma prevede che siano individuate “misure tali da determinare per un congruo periodo una fiscalità di vantaggio” per incentivare gli interventi di rigenerazione.
Sono stati approvati inoltre alcuni emendamenti che ridefinisco le procedure per raccogliere i pareri delle Regioni e della Conferenza unificata.
Consumo di suolo: le criticità
Sul ddl però non si è raggiunto un accordo tra Governo ed enti locali; il presidente della Commissione Ambiente, Ermete Realacci, ha fatto presente nel corso della seduta che “l'incontro degli enti locali con il Governo in sede di Conferenza unificata non ha prodotto alcun risultato”.
Ricordiamo infatti che nei vari passaggi nelle Commissioni competenti, al ddl è stato contestato di dare troppi oneri ai Comuni e di non raccordarsi con i piani paesistici regionali. Sotto accusa, in particolare, il censimento degli immobili sfitti o abbandonati da poter riutilizzare e riqualificare; operazione per cui gli enti locali non sembrano avere le risorse necessarie.
(Alessandra Marra - www.edilportale.com)
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