Sabato 22 e domenica 23 ottobre 2016, in località Costa di Casalino, a Pergine Valsugana, in provincia di Trento, si è svolto il quarto corso base di apiterapia, organizzato dall'Associazione Italiana di Apiterapia. Il corso era rivolto a medici, fitoterapeuti, farmacisti, naturopati, erboristi, infermieri, apicoltori e a quanti interessati ad acquisire informazioni sulla pratica dell’apiterapia.
Durante la due giorni, dopo un'interessante e introduttiva panoramica storica sull'argomento, già conosciuto in epoca preistorica, ma anche nell'antica Grecia, in Egitto, in epoca Romana, con riferimenti alla Bibbia, al Corano e al Mondo Arabo, sono state presentate le tante possibili applicazioni dei prodotti cosiddetti apicoli. Partendo dalle caratteristiche chimiche ai cenni di farmacognosia alla composizione, quindi, del miele, del polline, del pane d'api, della propoli, della pappa reale, della melata, della cera d'api, è stata esaminata una carrellata di applicazioni di questi prodotti in ambito medico e medico-chirurgico e in ambito alimentare, sia animale che umano. È stato trattato anche il potenziale sviluppo e uso dei prodotti apicoli con applicazioni come l'aerosol con aria dell'alveare, utilizzando gli oli essenziali di propoli, miele e cera d'api ma anche di resine e di tutte quelle sostanze volatili che danno il tipico odore dell'alveare. Per ultimo e non certo perchè meno importante è stato trattato il tema del veleno d'ape e di tutte le sue applicazioni in ambito medico-curativo. I relatori, la dr. Laura Cavalli, farmacista, e il dr. Aristide Colonna, medico chirurgo, nonché presidente dell'Associazione, hanno tenuto a precisare che: “L'apiterapia non si sostituisce alla medicina tradizionale, ma di essa è integrazione”.
All'esperto tecnico apistico e imprenditore agricolo Rita Franceschini è stato affidato il compito di parlare di etica nell'ambito dell'apiterapia. “La nostra missione – ha detto la Francescini – è di fornire all'apiterapia prodotti dell'alveare di alto valore qualitativo, che si ottengono prima di tutto raggiungendo il benessere dell'alveare. L'apiterapia segnerà una nuova fase dell'apicoltura operando nella biodiversità, garantendo piccole produzioni di pregio che rifletteranno le specificità dei territori”.
Nella giornata conclusiva dell'incontro di formazione, domenica 23 ottobre, il dr. Graziano Villotti della Croce Rossa Italiana ha svolto una lezione di primo soccorso in caso di puntura d'api, mirata alla gestione di una eventuale crisi allergica fino allo shock anafilattico. “Mi ha colpito – ha dichiarato – l'attenzione dei partecipanti per il primo soccorso, in particolare sull'uso della penna salvavita. Nei miei interventi cerco sempre di coinvolgere il pubblico per venire incontro ai temi che più interessano; per esempio, il racconto dell'esperienza personale di un partecipante ha permesso di toccare quasi dal vivo lo scenario dello shock anafilattico e chiarire gli aspetti più importanti del riconoscimento dei sintomi di tale condizione e, soprattutto, di procedere in maniera corretta sotto il profilo della responsabilità e dell'assistenza sanitaria attraverso la chiamata e la supervisione della centrale operativa 112/118. In più, ho apprezzato molto la serietà delle slides guida sull'argomento e l'impegno nella conduzione del corso di formazione. Presupposti essenziali per mantenere alto il livello di preparazione dei partecipanti”.
Ecco cosa ha dichiarato il Presidente di Associazione italiana di apiterapia, il dr. Aristide Colonna: “Quello di Pergine è il quarto corso nazionale che abbiamo organizzato grazie alla collaborazione e professionalità dei dottori Paolo Fontana e Valeria Malagnini della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige che hanno ospitato la nostra associazione, nata circa un anno e mezzo fa. Sono molto soddisfatto per la partecipazione interessata che c’è stata degli iscritti al corso; 56 persone giunte a Pergine da molte province del nord Italia. Insieme abbiamo percorso la storia dell’apiterapia e cioè il trattamento terapeutico in cui vengono utilizzati i prodotti raccolti, elaborati e secreti dalle api e l’uso degli stessi a integrazione per numerose patologie sia nell’ambito veterinario che umano”.
A margine del corso, sempre nel pomeriggio di domenica 23, chiusa la sessione dei lavori sull'apiterapia, il dr. Paolo Fontana della Fondazione Edmund Mach, studioso ed esperto di apicoltura, ha presentato l'arnia denominata top bar e come con essa iniziare ad allevare le api.
Testo e foto di Giorgio Iemmolo - ASA
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