AZIENDE E PRODOTTI
Il fatturato del vino a un passo dai 10 miliardi, primato mondiale per produzione

L'analisi di Coldiretti in occasione del Vinitaly: vino e spumanti sono cresciuti del 3% nel corso del 2015, soprattutto grazie alla spinta dell'export. Consumi domestici ai minimi storici, ma c'è un rimbalzo

Dopo l'analisi dell'Ufficio studi di Mediobanca, che ha confermato la buona salute del vino italiano, anche la Coldiretti snocciola dati di crescita per gli acini tricolori, in questi giorni di Vinitaly che celebrano il cinquantesimo anniversario della manifestazione veronese. Secondo l'analisi dell'associazione degli agricoltori, infatti, il fatturato del vino e degli spumanti in Italia cresce del 3% e raggiunge nel 2015 il valore record di 9,7 miliardi per effetto soprattutto delle esportazioni che hanno raggiunto il massimo di sempre a 5,4 miliardi (+5 per cento).

Dopo anni sono risultate in leggera crescita anche le vendite sul mercato nazionale pari a circa a 4,4 miliardi, per effetto dell'aumento nella grande distribuzione organizzata (+1,3%). Si tratta, c'è da dire, di un timido rimbalzo dopo aver toccato i minimi storici di consumo. In ogni caso, l'Italia con una produzione di vino di 47,4 milioni di ettolitri ha conquistato il primato mondiale davanti ai cugini francesi dal punto di vista quantitativo, mentre da quello qualitativo va segnalato che quasi una bottiglia prodotta su tre (32%) è a denominazione di origine, tanto che l'Italia che ha guadagnato il primato in Europa per numero di vini con indicazione geografica (73 Docg, 332 Doc e 118 Igt).

Il buono stato di salute del vino italiano traina l'occupazione in agricoltura che in controtendenza fa registrare un andamento positivo nel 2015. Si stima, secondo la Coldiretti, che il vino abbia offerto durante l'anno opportunità di lavoro ad un milione e trecentomila persone (+4%) tra quanti sono impegnati direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell'indotto che si sono estese negli ambiti più diversi: dall'industria vetraria a quella dei tappi, dai trasporti alle assicurazioni, da quella degli accessori, come cavatappi e sciabole, dai vivai agli imballaggi, dalla ricerca e formazione alla divulgazione, dall'enoturismo alla cosmetica e al mercato del benessere, dall'editoria alla pubblicità, dai programmi software fino alle bioenergie ottenute dai residui di potatura e dai sottoprodotti della vinificazione (fecce, vinacce e raspi).

La filiera tracciata dall'associazione è infatti molto composita, tanto da toccare 18 settori: agricoltura, industria trasformazione, commercio/ristorazione, vetro per bicchieri e bottiglie, lavorazione del sughero per tappi, trasporti, assicurazioni/credito/finanza, accessori come cavatappi, sciabole e etilometri, vivaismo, imballaggi come etichette e cartoni, ricerca/formazione/divulgazione, enoturismo, cosmetica,  benessere/salute con l'enoterapia, editoria, pubblicità,  informatica,  bioenergie. (www.repubblica.it)



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