Le cozze costituiscono il 90% della biomassa dei fondali, e filtrano ogni giorno fino a 40 litri di acqua, svolgendo un insostituibile ruolo di purificazione. Purtroppo sono a serio rischio estinzione, anche pochi se ne rendono conto. Questo accade perché le rilevazioni fatte sino ad ora hanno sempre riguardato piccoli tratti di mare e non l’insieme dei mari europei. Un team internazionale di ricercatori provenienti da 26 paesi ha iniziato la prima mappatura della presenza di cozze e dallo studio è emerso un quadro allarmante. Come sottolineato su Biological Reviews, i molluschi marini sono tra le specie più minacciate del mondo, ed è urgente porre un rimedio a quella che potrebbe essere la catastrofe dell’ecosistema marino e non solo.
Gli autori, con il doppio coordinamento delle università di Monaco, in Germania, e di Porto, in Portogallo, hanno iniziato a verificare la situazione di 16 diverse specie, rispondendo a 5 domande:
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Da dove deriva la specie ?
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Quanto è grande lo stock?
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Esistono collegamenti tra le specie?
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Quali sono i loro habitat di elezione?
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Quali sono le principali minacce alla sopravvivenza? Nel mediterraneo c’è una maggior diversità di specie
In base ai dati raccolti, la situazione sembra essere molto diversa, tra nord e sud Europa. Se nel Mediterraneo c’è una maggiore diversità, con più specie presenti (anche se alcune di esse si trovano in profondità), nel nord gli insediamenti hanno dimensioni maggiori, e le popolazioni sono quindi meno a rischio (relativamente), ma la varietà è minore. Esistono poi molte specie localizzate in certi bacini con esigenze particolari legate all’alimentazione dei molluschi, alle specie predate, alle temperature e alle salinità delle acque e alla capacità di sopravvivere in condizioni più o meno stringenti.
Gli autori hanno poi sintetizzato le minacce alla sopravvivenza in sette punti:
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La presenza di sbarramenti, chiuse e dighe
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La pesca delle perle (in alcune specie)
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L’inquinamento e la fertilizzazione eccessiva
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La scomparsa degli habitat naturali
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La presenza di specie invasive
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L’estrazione delle acque e i mutamenti climatici
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Fattori di stress al momento non noti
Per cercare di fermare il declino, i ricercatori auspicano che il lavoro intrapreso sia portato avanti e intensificato, e che siano stilati degli obbiettivi di conservazione, soprattutto per le specie più importanti dal punto di vista dell’ecosistema e per gli stock già depauperati del 90%. Un’attenzione particolare va posta alle specie di pesci di cui si cibano i molluschi, perché se le prime sono in declino, anche i molluschi diminuiscono, e questo va tenuto presente anche se si tratta di pesci con scarsissimo valore commerciale non essendo consumate dall’uomo. In ogni caso bisogna intervenire per salvare le cozze che svolgono una funzione molto preziosa, e anche dal punto di vista nutrizionale rappresentano un componente importante della dieta mediterranea.
(Agnese Codignola - www.ilfattoalimentare.it)
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