I dati del 2015 del settore dei salumi italiani: l’Export è il vero ossigeno delle aziende - fatturato (+0,7%) e produzione (+0,9%) in lieve crescita – consumi interni in calo (-0,4%)
2015 è stato un anno molto complesso e dai molteplici risvolti per il settore dei salumi. Forte dei segnali di miglioramento evidenziati sul finire del 2014 l’anno si è aperto sotto i migliori auspici. Le condizioni congiunturali favorevoli hanno rafforzato le aspettative, tanto che nei primi sei mesi dell’anno gli indicatori qualitativi hanno mostrato importanti segnali positivi, facendo sperare finalmente in una svolta dei consumi. Aspettative deluse dalla seconda parte dell’anno, che ha visto un deterioramento dello scenario macroeconomico e ha registrato uno deciso calo in coincidenza con i molti attacchi che hanno subito le filiere zootecniche.
L’export ha mostrato un andamento brillante continuando a trainare il comparto e imprimendo velocità alla produzione, ma il rallentamento del commercio mondiale e in particolare dei Paesi emergenti ha reso il mercato insidioso. In un contesto caratterizzato dall’incertezza, infatti, molti Paesi hanno adottato politiche difensive e protezionistiche volte a favorire le proprie produzioni.
I consumi interni sono apparsi ancora in difficoltà penalizzati da un lato dalla ripresa ancora lenta, dall’altro dalla diffusione di teorie e filosofie che si prefiggono di imporre modelli alimentari che escludono in maniera ideologica il consumo di carni.
La spinta deflazionistica e le pressanti richieste di merci da destinare alle promozioni da parte della distribuzione hanno comportato un’ulteriore compressione dei margini, e un nuovo sacrificio della redditività.
In un quadro certamente non facile e ricco di incognite, la moderazione dei costi della materia prima, la dinamica favorevole dei costi dell’energia e il positivo andamento degli scambi hanno sicuramente dato un importante contributo all’equilibrio del settore. Il processo di rinnovamento iniziato dalle imprese durante la crisi, la capacità di reagire velocemente ai mutamenti esterni e di riposizionarsi sul mercato hanno fatto il resto.
“Il 2015 è stato senza dubbio anche l’anno del grande successo di Expo. L’esposizione universale, in particolare, ha permesso al Paese e all’agroalimentare italiano, e al mondo dei salumi, di godere di una vetrina internazionale e di costruire una rete di relazioni utili alla crescita del nostro export. Grazie al lavoro dei Ministeri competenti, Salute, Sviluppo Economico, Esteri, delle ambasciate, dei sistemi veterinari regionali, che non posso che ringraziare, abbiamo registrato passi avanti nel superamento delle barriere non tariffarie che limitano il nostro export. Speriamo che il 2016 sia finalmente l’anno in cui vedremo importanti aperture, in particolare in Oriente” - ha affermato Nicola Levoni, Presidente di Assica - Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi.
“Ma il 2015 è stato anche l’anno in cui, a partire da fine ottobre, si è scatenata una crisi mediatica sulle carni e sui salumi – continua Levoni. Tutto ciò ha gelato la piccola ripresa estiva dei consumi, incidendo anche sui primi mesi del 2016. Stiamo, infatti, affrontando una problematica non circoscritta ma un attacco alla stessa esistenza delle filiere zootecniche nazionali, parte del made in Italy alimentare di cui andiamo fieri”.
“Per questo è fondamentale che tutti gli attori (industria della mangimistica, allevatori, industria di trasformazione) lavorino in stretto coordinamento e in continuo dialogo con i Ministeri competenti. So che l’espressione “fare sistema” è un po’ abusata. Ma oggi è per me evidente che dobbiamo passare da una generica dichiarazione di intenti a progetti concreti che aggreghino le forze di tutti in un grande sforzo di comunicazione a favore della carne e dei salumi, a partire da quanto già fanno l’Istituto Valorizzazione Salumi Italiani e Carni Sostenibili e al piano di sostegno programmato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e Ismea” - ha concluso Nicola Levoni.
IL 2015 IN PILLOLE
Lieve aumento della Produzione (+0,9) E del Fatturato (+0,7%)
Nel 2015 la produzione nazionale di salumi – dopo quattro anni di flessioni – è tornata a crescere arrivando a circa 1,176 milioni di tonnellate da 1,165 milioni dei dodici mesi precedenti (+0,9%).
Sulla scia della produzione anche il fatturato ha mostrato un incremento, salendo a 7.875 milioni di euro (+0,7%).
Prosciutto Cotto sorpassa il Crudo nella Produzione
Rispetto alla produzione dei singoli salumi è stato senza dubbio l’anno del prosciutto cotto con 288.800 ton (+2,6%) per un valore di 1.964 milioni di euro (+2,4%). Il prosciutto cotto è divenuto così il principale salume prodotto nel 2015 con riferimento ai volumi. La struttura dei consumi interni vede al primo posto sempre il prosciutto cotto, con una quota pari al 26,2% del totale dei salumi, seguito dal prosciutto crudo che si è portato al 22,2%.
Export In Crescita: +7,1% In Valore E +10,7% In Quantità
L’export ha mostrato un andamento brillante continuando a trainare il comparto e imprimendo velocità alla produzione, ma il rallentamento del commercio mondiale e in particolare dei Paesi emergenti ha reso il mercato insidioso. In un contesto caratterizzato dall’incertezza, infatti, molti Paesi hanno adottato politiche difensive e protezionistiche volte a favorire le proprie produzioni.
Nel corso del 2015 le spedizioni di salumi italiani hanno raggiunto quota 165.250 ton (+10,7%) per un fatturato di 1,352 miliardi di euro (+7,1%).
Export Ue: Ottima Performance Della Spagna – Bene Germania E Francia
Per quanto riguarda i mercati di riferimento brillante performance dell’export salumi nella UE: +13,2% in quantità per oltre 135.000 tonnellate e un +7,3% in valore per oltre 1 miliardo di euro.
All’interno del mercato unico spicca la performance verso la Spagna ma contributi positivi sono arrivati da quasi tutte le principali piazze di riferimento: Germania, Francia, Regno Unito, Belgio, Paesi Bassi e Svezia.
Export extra UE: Stati Uniti, Primo Mercato Di Riferimento
Positivi anche gli scambi con i Paesi terzi che hanno registrato un +0,7% in quantità per 30.250 ton e un +6,8% in valore per 302,1 milioni di euro. Oltre i confini comunitari il 2015 è stato un altro anno dominato dagli scambi con gli Stati Uniti, primo mercato di riferimento, con 8.750 ton (+18,9%) per oltre 105,8 milioni di euro (+22%).
ASSICA, Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi, è l’organizzazione nazionale di categoria che, nell’ambito della Confindustria, rappresenta le imprese di macellazione e trasformazione delle carni suine. Nel quadro delle proprie finalità istituzionali, l’attività di ASSICA copre diversi ambiti, tra cui la definizione di una politica economica settoriale, l’informazione e il servizio di assistenza ai circa 170 associati in campo economico/commerciale, sanitario, tecnico normativo, legale e sindacale. Competenza, attitudine collaborativa e affidabilità professionale sono garantite da collaboratori specializzati e supportate dalla partecipazione a diverse organizzazioni associative, sia a livello nazionale che comunitario. Infatti, sin dalla sua costituzione, nel 1946, ASSICA si è sempre contraddistinta per il forte spirito associativo come testimonia la sua qualità di socio di Confindustria, a cui ha voluto aderire sin dalla nascita, di Federalimentare, Federazione italiana delle Industrie Alimentari, di cui è socio fondatore, del Clitravi, Federazione europea che raggruppa le Associazioni nazionali delle industrie di trasformazione della carne, che ha contribuito a fondare nel 1957.
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