Ancora una volta lo stato della California fa da apripista per quanto riguarda la sostenibilità e l’attenzione verso la salute e il benessere degli animali e degli uomini. Il Governatore dello Stato Jerry Brown ha infatti annunciato il varo di leggi statali molto più severe di quelle nazionali per quanto riguarda l’impiego di antibiotici (per uso anche umano, ma non solo) negli animali da allevamento.
Secondo i Centers for Diseases Control and Prevention (CDC), circa due milioni di americani sono ogni anno infettati da batteri resistenti ai farmaci, e 23.000 muoiono per cause direttamente riconducibili a una o più di quelle infezioni.
A fronte di ciò, circa il 70% degli antibiotici importanti per la salute umana prodotti negli Stati Uniti viene poi venduto agli allevatori di bestiame: una situazione che, per quanto legale, è quantomeno inopportuna, perché favorisce enormemente lo sviluppo di ceppi batterici resistenti. Per questo da anni gruppi di consumatori, di produttori del biologico, di ambientalisti cercano, da una parte di sensibilizzare l’opinione pubblica, dall’altra di intraprendere vere e proprie azioni legali per ottenere una regolamentazione più stringente quale quella europea.
Ora la California prende il comando di questo movimento di opinione, imponendo il divieto di vendita degli antibiotici umani per uso veterinario come prodotti da banco (alcuni lo erano, mentre ora, per tutti, sarà necessaria la prescrizione di un veterinario), e circoscrivendo l’utilizzo al trattamento di specifiche infezioni, mentre l’impiego come promotori della crescita o come terapia preventiva su animali sani, entrambi molto diffusi, saranno vietati a partire dal primo gennaio 2018.
Secondo la Reuters, accanto a questo tipo di azione, lo Stato della California metterà in piedi un sistema di monitoraggio, attraverso il Department of Food and Agriculture, agenzia che dovrà anche aiutare (con linee guida e percorsi suggeriti) i produttori a usare al meglio i farmaci.
Il Governatore sembra anche recepire la tendenza che da tempo ha iniziato a manifestarsi tra le grandi catene, che cercano così di frenare il calo dei fatturati dovuto, in parte, alla maggiore sensibilità dei loro clienti verso questi temi. Oltre a Whole Foods Market, catena di distribuzione del biologico e ingenerale di alimenti sani, infatti, anche Chipotle Mexican Grill, colosso del fast food con ristoranti in USA, Gran Bretagna e Canada ha da tempo rinunciato alle carni con antibiotici, e McDonalds’s ha annunciato che lo farà entro due anni.
Forse, lentamente, l’utilizzo del tutto irrazionale (se non per fini commerciali) di farmaci che hanno cambiato la storia dell’uomo si avvia alla conclusione, almeno nei paesi più industrializzati (che però, di solito, impongono poi regole simili anche alla carne importata). Con una speranza: che i provvedimenti che vanno in questa direzione non siano ormai tardivi. (Agnese Codignola - www.ilfattoalimentare.it)
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