Siamo letteralmente bombardati da comunicazioni discordanti riguardo al cibo. Principalmente i media propongono un modello di bellezza quasi sottopeso dove il successo personale e nel lavoro viene determinato dalla taglia che si indossa e dall’altra ci invitano a mangiare di tutto e di più proponendo “affascinanti” snack a qualsiasi ora, “sexy” liquori e “conturbanti” piatti di pasta, insomma un mondo opulento, dove il piacere del cibo è diventato persino materia da talent show!
Disturbi del comportamento alimentare – Queste comunicazioni legate a numerosi fattori personali e sociali creano spesso disturbi di alimentazione. L’equilibrio tra sazietà e fame è delicato e se ci mettiamo di mezzo anche lo stress che incalza ad ogni età, si diventa soggetti a rischio. Lo stress può influire sull’appetito e se in alcune persone può causare inappetenza con tendenza a saltare i pasti e perdita di peso, in altre, l’eccessivo appetito può portare ad una esagerata introduzione di cibo, con conseguente aumento di peso.
Le variazioni dell’umore sono inevitabili così come le reazioni quasi automatiche e inconsapevoli legate al cibo, un conto però è “rispondere” con atteggiamenti alimentari errati a situazioni rare o poco frequenti, un altro è farlo abitualmente.
Può essere successo a tutti dopo un litigio o in una situazione di tensione di trovarsi con il barattolo della nutella in mano, oppure di essere così stanchi da non aver voglia di cenare. Se queste sono situazioni eccezionali rientrano nella norma, ma se ogni volta che uno stress crea questo tipo di reazioni bisogna fermarsi un attimo ed imparare a frenare questi comportamenti, perché nel tempo possono portare a seri rischi fisici quali malnutrizione oppure obesità.
I messaggi mediatici non aiutano a mantenere una certa correttezza nel modo, nei tempi, nella qualità e quantità di alimenti introdotti e spesso il cibo acquista ruolo di “consolatore”. Se vi accorgete che sempre più spesso andate a cercare rifugio nel frigorifero o negli sportelli della cucina e quando fate la spesa riempite il carrello di cibi “amici” cercate immediatamente l’aiuto di un esperto che vi aiuterà a controllare il problema. Non si tratta di una malattia vera e propria, ma di un disagio psicologico che se riconosciuto per tempo può essere bloccato e modificato con notevoli benefici su spirito e corpo. (http://gentevip.it)
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