La carne è cancerogena? La notizia diramata direttamente da una fonte autorevole come lo Iarc, parte dell’Oms, non poteva che scatenare un vero e proprio putiferio di reazioni. L'OMS dice che la carne rossa è probabilmente cancerogena, mentre certamente lo sono gli insaccati e tutti gli altri tipi di carne lavorata. Si parla, quindi, di pancetta, salsicce, bacon, ma anche dei nostrani salami e prosciutti.
La novità è che ora lo dica anche l'OMS, dopo che diverse ricerche scientifiche avevano già messo in luce i problemi legati a un eccessivo consumo di carni rosse e lavorate. Prima di arrivare a diffondere questi risultati, i ricercatori hanno considerato più di 800 studi che hanno indagato le associazioni di oltre una dozzina di tipi di cancro con il consumo di carne rossa o carne lavorata in molti paesi e popolazioni con diete diverse. La più forte correlazione tra carne e tumore rimane quella del rischio cancro colon rettale, ma lo IARC sottolinea che ci sono prove di legami anche con il cancro al pancreas e quello alla prostata.
Da una parte c’è chi "gongola", perché da anni si batte per far capire che la carne non è un alimento sano oltre che sostenibile a livello ambientale, chi è convinto che le "proteine nobili" siano insostituibili, chi non vuole rinunciare almeno ogni tanto ad una bistecca e infine chi ha interessi in questo campo e teme che la conseguenza dell'allarmismo sia la perdita di posti di lavoro e guadagni.
Ormai di questa notizia se ne è parlato ovunque e in lungo e in largo. Al bar, al tg, sui social, in ufficio. Come stanno davvero le cose? Abbiamo raccolto una serie di dichiarazioni sia in un senso che nell'altro, che rendono ben chiaro quanto una notizia del genere abbia sconvolto l’opinione pubblica. Ed è per questo che gli esperti ci tengono a sottolineare, sia in un senso che nell’altro, le proprie ragioni.
STOP ALLA PRODUZIONE DI CARNE E PROMOZIONE DI UN’ALIMENTAZIONE VEGETARIANA
Una delle prese di posizione più nette è senza dubbio quella della LAV. Questo ha dichiarato Paola Seguirini, responsabile LAV Alimentazione VEG:
“Prima di scegliere cibi di origine animale, tra cui salsicce, pancetta, hot dog e altri prodotti molto diffusi, il consumatore dovrebbe riflettere sulla loro pericolosità ed essere consapevole di mettere a rischio costante la propria salute. Anche per questo motivo sarebbe opportuno disporne il ritiro e bandirne la produzione, come per altri prodotti riconosciuti cancerogeni, si pensi all’amianto, oppure, come per le sigarette ed il tabacco, prevedere un’etichettatura che informi il consumatore dei rischi e ne proibisca la vendita ai minori. Non si tratta di semplice provocazione ma della logica conseguenza di evidenze scientifiche che non possono più essere taciute, e che richiedono una assunzione di responsabilità da parte degli organismi preposti alla tutela della salute dei consumatori. Chiediamo quindi che il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, adotti al più presto azioni adeguate, tra le quali auspichiamo una politica educativa e di sensibilizzazione forte ed incisiva ed il ritiro dal commercio delle carni riconosciute come cancerogene o potenzialmente tali”.
Anche l’Enpa (Ente nazionale protezione animali) è voluta intervenire, il presidente nazionale Carla Rocchi ha infatti dichiarato:
“Bisogna che istituzioni, associazioni di categoria e portatori di interesse prendano atto con serenità e pacatezza del ‘verdetto’ emesso dall'OMS, che per noi vegetariani e vegani non rappresenta affatto una novità. E' inutile e pretestuoso arroccarsi in una interessata difesa delle posizioni dei produttori di carne: è ormai definitivamente dimostrato che tra carne e tumori esiste una stretta correlazione. Lo affermano insigni studiosi in tutto il mondo e anche nel nostro Paese, basti confrontare le posizioni espresse dal professore Umberto Veronesi e dal dottor Franco Berrino dell'Istituto Nazionale dei Tumori. A questo punto, tutti noi ci aspettiamo che le istituzioni prendano atto ‘rivoluzione copernicana’, una vera rivoluzione verde, e che promuovano senza più alcuna riserva mentale l'alimentazione non carnivora, favorendo l'abbandono di stili di vita nocivi per gli animali, per gli uomini, per il pianeta”.
LE POSIZIONI DI FRANCO BERRINO E UMBERTO VERONESI
Si citano Berrino e Veronesi, ma i due noti medici accaniti difensori di un’alimentazione senza carne cosa hanno dichiarato in merito?
"Gli studi su questo tema sono coerenti da tempo. La novità è l'ufficializzazione delle monografie che studiano il fenomeno da oltre 40 anni. In realtà già nell'ottobre scorso era stato pubblicato il codice europeo contro il cancro dove c'è scritto esplicitamente di non mangiare carni conservate, salumi, carni in scatola e di limitare quelle rosse perché sono legate ai tumori dell'intestino. La prova del legame è molto forte" ha dichiarato Berrino che continua "Le carni rosse contengono molto ferro. Il ferro della carne è molto ossidante e favorisce la sintesi di sostanze cancerogene di nitrosamine nell'intestino. Le carni conservate contengono già nitrosamine perché sono state trattate e dunque sono ancora più pericolose rispetto alle carni rosse fresche. Su questo tutti gli studi sono coerenti".
Se proprio non riuscite a smettere di mangiare carne rossa, suggerisce il professor Berrino quanto meno di limitarla a massimo due volte alla settimana e di associarla a molta verdura e frutta in modo tale da compensare il potere cancerogeno con una buona quantità di sostanze antiossidanti.
“Di buoni motivi per smettere di consumare carne ce ne sono parecchi. Le conclusioni dello IARC sono solo il punto di arrivo di quanto già molti studi affermano da tempo. Mi auguro che man mano la nostra cultura alimentare si decida a cambiare, ad abbandonare la carne. Abbiamo il dovere di ragionare sul modello di sviluppo del nostro pianeta e garantire la possibilità di sopravvivenza per tutti” ha affermato in un’intervista Veronesi.
La relazione tra carne rossa o lavorata e comparsa di alcuni tumori esiste però, Veronesi ci tiene a sottolineare, dipende molto dalla quantità che si consuma ed è questo il punto su cui centrano l’attenzione i difensori del consumo di carne.
SI ALLA CARNE NELLA GIUSTA QUANTITA’
La Coldiretti in un comunicato ci tiene a precisare che:
“Il consumo di carne degli italiani con 78 chili a testa è ben al di sotto di quelli di Paesi come gli Stati Uniti con 125 chili a persona o degli australiani con 120 chili, ma anche dei cugini francesi con 87 chili a testa”.
Anche Assocarni sottolinea:
“Le quantità indicate dallo studio (100 grammi al giorno per la carne rossa e 50 grammi al giorno per quella trasformata) come condizione per un aumento comunque modesto del rischio sono molto più alte del consumo tipico del nostro Paese. Gli italiani mangiano in media 2 volte la settimana 100 grammi di carne rossa (e non tutti i giorni) e solo 25 grammi al giorno di carne trasformata. Il dato IARC è quindi superiore al doppio della media del consumo in Italia. (…)I consumatori italiani non dovrebbero quindi modificare le loro sane abitudini a causa delle anticipazioni dello studio IARC”.
Quindi, secondo le due associazioni, la revisione degli studi fatta dagli esperti dello Iarc su abitudini alimentari a livello mondiale non sarebbe da applicare alla situazione italiana dove la popolazione consuma carne nella giusta quantità e soprattutto si serve principalmente di carne italiana.
LA CARNE ITALIANA E’ SANA
A questo proposito la Coldiretti sostiene che:
“Le carni Made in Italy sono più sane, perché magre, non trattate con ormoni e ottenute nel rispetto di rigidi disciplinari di produzione ‘Doc’ che assicurano il benessere e la qualità dell’alimentazione degli animali tanto da garantire agli italiani una longevità da primato con 84,6 anni per le donne e i 79,8 anni per gli uomini”.
Intendete quello che intendiamo noi? E’ grazie al consumo di carne italiana sana e non trattata con ormoni che siamo un popolo così longevo? Non sarà forse dovuto, invece, al consumo di alimenti dal potere antiossidante, come avevamo scritto ad esempio in questo articolo?
“Non si tiene peraltro conto che gli animali allevati in Italia non sono uguali a quelli allevati in altri Paesi e che i cibi sotto accusa come hot dog, bacon e affumicati non fanno parte della tradizione italiana. E dal punto di vista qualitativo la carne italiana è meno grassa e la trasformazione in salumi avviene naturalmente solo con il sale senza l’uso dell’affumicatura messa sotto accusa dall’Oms” continua la Coldiretti.
Il fatto poi che la carne non sia più sempre e comunque in cima alla lista della spesa delle famiglie, a detta della Coldiretti è:
“Una situazione che preoccupa anche i pediatri che proprio all’inizio di ottobre in occasione del IX Congresso Nazionale Fimp (Federazione Italiana Medici Pediatri) hanno tenuto a sfatare quei miti che spesso impediscono alle famiglie di consumare serenamente la carne. In un paese dove si sono ripetuti casi di malnutrizione dei bambini per l’eliminazione delle carni dai menu occorre evitare allarmismi e ricordare che la carne italiana è un alimento sicuro e prezioso anche per lo svezzamento dei bambini poiché a livello nutrizionale è un alimento ricco di nutrienti fondamentali nelle prime fasi della vita di un individuo nelle quantità suggerite dal modello della Dieta Mediterranea”.
Dobbiamo ancora una volta precisare che i presunti casi di malnutrizione di bambini vegani non erano esattamente tali come a prima vista si poteva pensare, e che uno svezzamento vegetariano-vegano è ormai consigliato da diversi pediatri nel nostro paese oltre che convalidato dall’American Dietetic Association.
PERDITA DEI POSTI DI LAVORO
Un problema più serio e certamente da non sottovalutare è invece quello della perdita di posti di lavoro, sempre la Coldiretti per voce del suo presidente, Roberto Moncalvo ha sottolineato:
“I falsi allarmi lanciati sulla carne mettono a rischio 180mila posti di lavoro in un settore chiave del Made in Italy a tavola, che vale da solo 32 miliardi di euro, un quinto dell’intero agroalimentare tricolore”
Anche se non ci sembra giusto presentare il lavoro dello Iarc come un falso allarme alimentare, siamo d’accordo sul fatto che il settore potrebbe andare in crisi con gravi conseguenze per chi ci lavora. Questo però non significa che allora possiamo smentire o sottovalutare quanto numerosi studi hanno ormai confermato. Anche perché, replica l'Enpa, sarebbe possibile pensare a un piano di riconversione degli allevamenti in coltivazioni “bio” e di riforestazione del territorio.
"Apprendo che secondo tali associazioni di categoria, l'allarme lanciato dall'OMS sarebbe addirittura il frutto di una campagna denigratoria contro la carne. Ritengo tuttavia che questi portatori d'interesse dovrebbero fare anzitutto una profonda e seria riflessione su tutte le vite, umane e animali, che sono andate perse per alimentare uno stile di vita insalubre e dannoso per il pianeta, in quanto una delle cause scatenanti dei gas serra", dichiara la consigliera nazionale di Enpa, Annamaria Procacci, che aggiunge: "L'Oms ci sta dicendo esattamente questo: che il modello alimentare ed economico che abbiamo rincorso per più di mezzo secolo è un modello fallimentare e che è giunto finalmente il momento di cambiare passo. A differenza di quanto sostengono taluni, la rivoluzione degli stili di vita non è una minaccia ma un'opportunità per noi, per gli animali e per il pianeta: dalla riconversione degli allevamenti in coltivazioni “bio” abbiamo solo da guadagnarne, anche dal punto di vista economico".
Assocarni comunque non ci sta, ovviamente:
“Vi è ampia evidenza scientifica che dimostra i benefici del consumo di carne all'interno di una dieta sana. Carne e salumi sono una fonte essenziale di nutrienti. Sono, in particolare, una fonte di proteine di alto valore biologico che contribuiscono ad aumentare e preservare la massa muscolare del corpo. Sono anche una grande fonte di aminoacidi essenziali, vitamine del gruppo B (B1, B3, B6 e B12) e minerali come potassio, fosforo, ferro e zinco, che contribuiscono alla funzione normale del sistema immunitario, per mantenere buon sviluppo cognitivo e la buona funzione cardiaca. Pertanto, carne e salumi hanno un valore nutritivo molto importante, quasi insostituibile da tutti gli altri prodotti nella nostra dieta quotidiana”.
Sul “quasi insostituibile” ci sarebbe certamente molto altro da dire. Ci auguriamo comunque che il discorso continui e venga approfondito meglio, soprattutto da chi non ha alcun interesse in ballo e possa dare un parere il più oggettivo possibile sulla questione.
Perché per ora quello a cui stiamo assistendo sembra essere soltanto un vero e proprio "delirio". Una cosa è certa. Ciascuno è ovviamente libero di mangiare quello che vuole e di seguire uno stile di vita più o meno salutare. Qui non stiamo combattendo una guerra tra carnivori e non, siamo tutti dalla stessa parte. Siamo tutti "avvelenati" da ciò che mangiamo, e la cosa bella è che finalmente stiamo riuscendo a capire la vera portata del problema. Magari per farlo usiamo anche un po' di ironia...
(Francesca Biagioli - www.greenme.it)
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