SALUTE E BENESSERE
Carne rossa e tumori, l’allarme rientra

L’Oms precisa: bistecche e salsicce non vanno eliminate ma limitate Il ministro Lorenzin: «Il segreto è seguire la dieta mediterranea»

Non ci siamo ancora ripresi dallo choc della carne rossa (e delle salsicce) cancerogena e già l’Oms ha cominciato ad aggiustare il tiro. I carnivori e gli amanti del prosciutto possono tirare un sospiro di sollievo. Galeotto un convegno che, non poteva non svolgersi nell’attuale tempio dell’alimentazione sostenibile, consapevole, politicamente e culturalmente correttissima, ovvero l’Expo 2015 di Milano che presto chiuderà i battenti. Il simposio internazionale incentrato sul tema «Nutrire il pianeta, nutrirlo in salute» aveva com ospite d’onore il vicepresidente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Oleg Chestnov. Il problema della carne rossa, ha annunciato Chestnov, è l’eccesso. Insomma il suo consiglio è mangiare moderatamente un cibo che di per sé può nuocere. Questo appunto alla luce dello studio che rivelerebbe come cancerogeno questo alimento. Chestnov ha ricordato di essere un dottore e una persona che non è solita a «limitare le passioni: la vita - ha infatti ammesso - non è facile e ci sono molte sfide da superare. Sappiamo del cibo che alcuni prodotti, a causa del modo in cui vengono preparati e lavorati, possono portare a problemi se magari sono assunti in modo eccessivo. Questi prodotti non vanno però eliminati ma senz'altro limitati». Quanto allo studio, Chestnov ha spiegato che si tratta di «un messaggio indirizzato ai politici per avere aiuti e auto-regolare la materia all'interno degli stessi paesi. Dobbiamo capire che non è tutto per forza bianco o nero, ma bisogna capire dove qual è il giusto equilibrio, e penso che sia un argomento che deve entrare nell'agenda della ricerca scientifica».

Nessun allarmismo anche dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin: «Le ricerche non devono fare paura. Lo abbiamo sempre saputo che mangiare troppa carne rossa fa male alla salute. Il segreto è la dieta mediterranea, ovvero un corretto apporto nutrizionale: corretto uso di carboidrati, tanta frutta e verdura, legumi, pesce e poca carne rossa». Insomma, puntualizza, «bisogna mangiare poco di tutto». E sulle carni lavorate osserva: «In Italia abbiamo un sistema di lavorazione di alta qualità. Da noi c’è una grande attenzione alla qualità del prodotto, che viene lavorato in modo naturale. Inoltre noi consumiamo molti meno insaccati rispetto ai paesi "incriminati" come gli Stati Uniti». E conclude: «Stiamo comunque valutando lo studio dell'Oms e avremo modo di dibatterlo».

Insomma niente panico e sensi di colpa per le bistecche e le salsicce mangiate. Fortunatamente si allontanano gli scenari apocalittici come l’abbattimento di 10mila posti di lavoro, nel settore della carne del Made in Tuscany, denunciato da Tullio Marcelli, presidente Coldiretti Toscana.

In allarme pure il Confartigianato veneto per una campagna definita «denigratoria e sospetta». Tanto più che in Italia il consumo di carni e salumi è metà della soglia di rischio indicata dalla stessa Organizzazione mondiale della sanità» ne è convinto il presidente nazionale della Cia Dino Scanavino.

(Natalia Poggi - www.iltempo.it)


 




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