SALUTE E BENESSERE
Acqua minerale, Corte Ue: il sodio va considerato in tutte le sue forme chimiche

Quando si parla di acqua minerale e del sodio che contiene, questo deve essere calcolato sulla base non solo del cloruro di sodio ma anche del bicarbonato di sodio presente nell’acqua: la quantità di sodio nelle acque minerali naturali si deve cioè calcolare tenendo conto di tutte le forme chimiche in cui il sodio si presenta. E una minerale può essere definita a basso contenuto di sodio solo se questo è inferiore a 20 mg/l. Lo ha stabilito la Corte di Giustizia dell’Unione europea intervenendo in un caso sollevato in Francia.

La questione riguardava la Neptune Distribution, che si occupa della vendita e della distribuzione delle acque minerali naturali frizzanti «Saint-Yorre» e «Vichy Célestins». Nel 2009, l’amministrazione francese ha ingiunto alla Neptune Distribution di sopprimere qualsiasi menzione volta a far credere che tali acque avessero un basso o bassissimo contenuto di sale o di sodio. Investito della causa, il Consiglio di Stato francese ha chiesto alla Corte se se la quantità di sodio presente nelle acque debba essere calcolata sulla sola base del cloruro di sodio (sale da tavola) o anche sulla base della quantità complessiva di sodio contenuta nella bevanda, in qualunque sua forma (incluso, quindi, il bicarbonato di sodio). Infatti, il consumatore potrebbe essere indotto in errore qualora un’acqua venisse presentata come a basso contenuto di sodio o di sale o come indicata per le diete povere di sodio, mentre in realtà sarebbe ricca di bicarbonato di sodio.

La Corte ha rilevato dunque che il regolamento sulle indicazioni nutrizionali e sulla salute vieta, per le acque minerali naturali e le altre acque, l’utilizzo dell’indicazione «a bassissimo contenuto di sodio/sale». Le indicazioni volte a far credere al consumatore che tali acque abbiano un basso contenuto di sodio o di sale oppure che siano indicate per le diete povere di sodio possono essere utilizzate, a condizione che il contenuto di sodio sia inferiore a 20 mg/l. Tutto questo perché l’informazione ai consumatori deve essere adeguata e trasparente.

Secondo la Corte, dunque, “poiché il sodio è un componente di diversi composti chimici (in particolare, del cloruro di sodio e del bicarbonato di sodio), la sua quantità presente nelle acque minerali naturali deve essere valutata tenendo conto della sua presenza complessiva nelle acque minerali naturali in questione, qualunque sia la sua forma chimica. Pertanto, il consumatore può essere indotto in errore qualora le confezioni, le etichette e la pubblicità delle acque minerali naturali indichino che queste ultime sono a basso contenuto di sodio o di sale, oppure che sono indicate per le diete povere di sodio mentre, in realtà, contengono 20 mg/l o più di sodio”. (www.helpconsumatori.it)



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