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L'Italia frena: il Pil cresce dello 0,2%, sotto le attese. A rischio l'obiettivo del governo

Su base annua la progressione è il miglior risultato dal 2011, ma gli analisti si aspettavano una variazione acquisita maggiore. Bene la domanda interna, ma soffre il mercato estero

Lo ha detto la scorsa settimana il presidente della Bce, Mario Draghi, lo ribadiscono oggi i numeri dell'Istat: la crescita dell'Eurozona resta lenta. Quella dell'Italia in particolare. Soprattutto se messa a confronto con Francia e Germania che sembravano attraversare una fase di stanca. L'economia italiana nel terzo trimestre dell'anno è cresciuta dello 0,2% contro il +0,4% del primo trimestre e il +0,3% del secondo. Certo il dato su base annua (+0,9% sullo stesso periodo del 2014) è il migliore dal 2011 e in accelerazione rispetto al trimestre precedente, ma gli addetti ai lavori si aspettavano una crescita più robusta, almeno dello 0,3%, per rafforzare le stime del governo che prevedere per l'intero 2015 una progressione dello 0,9%. A oggi la variazione acquisita (quella che si avrebbe a fine anno in caso di crescita zero negli ultimi tre mesi) è dello 0,6%, mentre l'Istat si attendeva un +0,7%.

Per gli analisti di Unicredit la crescita "è una sorpresa al ribasso", ma dipende dalla "debolezza delle economie emergenti". A questo punto, però, "è probabile che la crescita annua dello 0,9%, il target del Governo per il 2015, non si realizzi", mentre resta "possibile centrare il +0,8%, stimato da Unicredit per quest'anno". Il rischio forte, però, è quello di non andare oltre lo 0,7%, ma molto dipenderà dal tasso di cambio di cui l'export potrà beneficiare. Anche per Confcommercio si tratta di "una sorpresa negativa" che rischia di compromettere l'obiettivo di crescita dell'1% fissato con ambizione dall'associazione dei commercianti. 

Lo stesso premier Matteo Renzi ammette:  "Speravo nell'0,3 ma è il terzo trimestre positivo e il dato di fatto è che nell'ultimo anno il Pil è cresciuto dell'0,9, una striscia molto positiva, ma certo bisogna fare molto di più. Saremo felici quando il Pil sarà vicino al 2 per cento".

Insomma nonostante la buona volontà, l'Italia non riesce a mantenere il passo dei vicini europei che nello stesso periodo hanno registrato una progressione dello 0,3% rispetto al periodo aprile-giugno e dell'1,2% (la Francia) e dell'1,7% (la Germania) su base annua. L'Istat sottolinea che la crescita del Pil italiano nel terzo trimestre è stata aiutata dal mercato interno, mentre ha fatto da 'zavorra' l'economia oltre confine. "Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e uno negativo della componente estera netta" spiega infatti l'Istat.

Nel dettaglio, il terzo trimestre del 2015 ha avuto quattro giornate lavorative in più del trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al terzo trimestre del 2014. E aggiunge come la crescita congiunturale sia la sintesi di un aumento del valore aggiunto in tutti i principali comparti (agricoltura, industria e servizi). Guardando ancora all'estero, nello stesso periodo il Pil, fa presente l'Istat, è aumentato in termini congiunturali dello 0,4% negli Stati Uniti e dello 0,5% nel Regno Unito. In termini tendenziali, si è registrato un aumento del 2% negli Usa e del 2,3% nel Regno Unito.

Eurozona. Il Pil del terzo trimestre dell'Eurozona è cresciuto dello 0,3% rispetto al precedente

e dell'1,6% rispetto a un anno prima. Nel secondo era cresciuto dello 0,4% e su anno dell'1,5%. Nei 28 il Pil è salito dello 0,4% su trimestre e dell'1,9% su anno, mentre nel secondo trimestre aveva segnato rispettivamente +0,4% e +1,9%.

(www.repubblica.it)




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