Frutta fresca e, soprattutto, vegetali spingono al rialzo l'inflazione con aumenti rispettivamente del 5% e del 14%. I prezzi dei prodotti agricoli al consumo, gli alimentari non lavorati, contribuiscono nel complesso ad un lieve aumento dell'inflazione con una crescita di quasi due punti su base mensile (+1,8% da agosto a settembre) e del 3,4% rispetto allo scorso anno (da settembre 2014 a settembre 2015). Questo trend dell'inflazione può essere letto, seppure con tutte le cautele del caso, come la sintesi di un'economia in leggera crescita, che accenna ad uscire dalla “trappola della deflazione” dove i consumi danno cenni di ripresa e i prezzi, almeno quelli degli alimentari freschi, crescono.
Questa l'analisi di Agrinsieme, il coordinamento di Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari in relazione ai dati preliminari sui prezzi al consumo diffusi oggi dall'ISTAT ed aggiornati a settembre.
Ad avviso di Agrinsieme, finché si tratta di un'inflazione “controllata” e, comunque, di un allontanamento dalla tendenza di stagnazione economica dei mesi scorsi, è un quadro che può essere valutato positivamente. Tale tendenza al rialzo deve però trasferirsi urgentemente sulle fasi a monte della filiera agroalimentare. Non dimentichiamoci che, nel secondo trimestre 2015, i prezzi dei prodotti venduti dagli agricoltori hanno perso oltre il 4% del loro valore rispetto ad inizio anno. Un forte calo con punte negative proprio per l’ortofrutta (-11%) ma che – come hanno evidenziato i dati Istat sui prezzi all’origine nel secondo trimestre 2015 - ha interessato la stragrande maggioranza delle produzioni agricole anche a livello tendenziale. Ed il 2014, ricorda Agrinsieme, era stato già un anno molto difficile per gli agricoltori con i prezzi all’origine crollati del 4%.
Sarà importante verificare l'evoluzione nei prossimi mesi, considerato che, rispetto ad agosto, l'inflazione fa registrare un calo tanto lieve (-0,3%) quanto l'aumento rispetto a settembre 2014 (0,3%). L'auspicio di Agrinsieme, in altri termini, è che si tratti non di un fatto episodico ma di orientamento verso una stabilizzazione della ripresa.
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