Riduzione delle emissioni tra il 40% e il 70%
Il G7 alpino di Angela Merkel segna una svolta sul clima. I leader dei Paesi più industrializzati del mondo hanno raggiunto un accordo che prevede di contenere il surriscaldamento terrestre di due gradi, in vista del vertice di Parigi di dicembre.
Decarbonizzazione, entro fine secolo, e riduzione dei gas entro il 2050, sono gli impegni su cui addirittura Greenpeace concede: «Sul cima, il G7 ha raggiunto dei risultati». Se lo dice chi lo ha seguito dall’altra metà del campo, la cancelliera di ferro può inserire questo summit fra i personali successi politici. Anche perché si è imposta su Giappone e Canada.
Nella dichiarazione finale del vertice c’è anche un’accelerazione sull’intesa per l’area di libero scambio fra Europa e Usa: sul cosiddetto Ttip, i leader vogliono risultati per una cornice dell’accordo «entro la fine dell’anno». Pugno di ferro poi con il grande assente: quel Vladimir Putin che incarna una Russia fuori dal G8 a tempo indeterminato. «I leader condannano l’annessione della Crimea» e «sono pronti, se sarà necessario, a inasprire le sanzioni contro Mosca», ha spiegato Frau Merkel. Già ieri era stato chiaro che con gli Usa si va di fatto verso un prolungamento delle sanzioni, che «non potranno essere sollevate fino all’applicazione completa degli accordi di Minsk». E alla fine è stato il presidente degli Stati Uniti a incalzare Mosca, accusando il Cremlino di voler «tornare ai fasti dell’impero sovietico».
All’altro “convitato” del summit, il premier ellenico Alexis Tsipras, il messaggio dei sette arriva in prima battuta dalla cancelliera: «Vogliamo che Atene resti nell’Eurozona, ma perché ci sia solidarietà devono esserci delle proposte». Il tempo è poco: «Ogni giorno conta» per la soluzione del negoziato con la Grecia, ha spiegato Frau Merkel, sottolineando che il paese rischia di fallire e che un’occasione di confronto potrebbe darsi mercoledì prossimo a Bruxelles. Il presidente francese Francois Hollande ha annunciato invece un possibile riposizionamento dell’ex troika: le tre istituzioni potrebbero elaborare una nuova proposta. Le riforme restano però la stella polare: Merkel ha ritirato fuori l’esempio dell’Irlanda, affermando che i programmi di salvataggio funzionano. E ha invitato a leggere le dichiarazioni dei politici ciprioti, all’epoca ostili alle misure di salvataggio. Insomma la Grecia farebbe bene a seguire questi esempi. Prima che sia troppo tardi. (www.lastampa.it)
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