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Cambiamenti climatici, Italia rischia inondazioni nel centronord

Il mare si alza, pericoli per Venezia, Versilia e agro pontino

La salute umana, i sistemi ecologici terrestri ed acquatici, i sistemi socioeconomici, sono tutti sensibili sia all'entità che alla velocità dei cambiamenti climatici. Con rischi enormi, per il Pianeta tutto, specie umana inclusa. A Parigi la COP 21, la conferenza mondiale sul clima che si è appena aperta, si sta tentando di rendere perseguibile l'unica strada possibile, cioè ridurre le emissioni globali di CO2 per fermare il riscaldamento climatico sotto i 2° Celsius coinvolgendo l'insieme dei paesi industrializzati, ma anche i paesi in via di sviuluppo, attraverso un rafforzato trasferimento tecnologico.

La scienza ormai ha certificato, al di là di ogni ragionevole dubbio, che molte regioni subiranno conseguenze negative, anche irreversibili, dai cambiamenti climatici. Il peso dell'effetto dipenderà molto dalla floridezza economica e dall'organizzazione istituzionale delle singole nazioni. Ovviamente più vulnerabili sono i paesi in via di sviluppo, dove le condizioni economiche e gli assetti istituzionali sono meno favorevoli. Ma coinvolti dai cambiamenti sono tutti i Paesi, anche l'Italia

Come ricorda l'Enea, il Ministero dell'Ambiente in collaborazione con la Columbia University di New York e il Goddard Space Institute della Nasa ha elaborato infatti gli scenari dei futuri impatti dei cambiamenti climatici nell'area mediterranea: l'innalzamento del livello del mare è uno degli effetti più critici e sensibili per l'Italia. Le stime più affidabili prevedono un aumento del livello del mare tra i 25/30 cm entro il 2050.

A questo aumento del livello del mare è legato il rischio di inondazione per almeno 4.500 km2 di aree costiere e pianure. Venezia, in particolare, è considerata una delle aree urbane più esposte a tale rischio. Questo fenomeno dovrebbe produrre effetti differenziati in quanto il territorio italiano è, dal punto di vista geologico, "giovane" e quindi ancora in movimento. Il Sud Italia ha tendenza a sollevarsi, e quindi gli eventuali effetti dell'innalzamento del livello del mare sarebbero mitigati. Per quello che riguarda il Nord Italia, invece, vi è una tendenza opposta e quindi si avrebbero maggiori rischi di inondazione, in particolare per la Pianura Padano-Veneta, la Versilia e la pianura di Fondi e Pontina.

Altri effetti del cambiamento climatico per l'Italia riguardano l'aumento di temperatura e quindi il rischio di desertificazione per alcune zone del paese, e la diminuzione, già in atto, dell'estensione dei ghiacciai nazionali. Questo a causa di un clima sempre più simile a quello africano con estati e inverni più aridi e secchi e un impatto negativo sulla disponibilità di acqua, l'agricoltura e la salute. È questo il quadro di rischio a cui va incontro soprattutto il Sud Italia. Uno studio italiano recente, condotto in collaborazione con prestigiosi istituti di ricerca internazionali, ha evidenziato per la prima volta come la "rivoluzione climatica" in atto potrebbe impattare sulle condizioni di vita nelle aree del pianeta con clima mediterraneo già a partire da questo secolo, con interessamento del Sud Italia, della Grecia, della Turchia e della Spagna del Sud.

In questi Paesi, secondo lo studio, la forte riduzione delle precipitazioni estive e invernali potrebbe determinare un progressivo inaridimento del suolo con un impatto sugli ecosistemi, la produzione agricola, la disponibilità di acqua e, di conseguenza, sulle attività industriali che risentono della disponibilità idrica.

Le ultime ricerche presentate sull'impatto del cambiamento climatico in Italia, mostrano poi l'aumento della stagione degli incendi entro il 2050 di almeno 7-9 giorni. Con uno scenario a fine secolo di 30 giorni di aumento del rischio incendi in Italia.

Una ricerca dell'Università di Firenze rivela infine come la catena delle Alpi sia chiamata a soffrire un aumento delle temperature tre volte superiore a quello della media europea attesa. Anche le falde acquifere potrebbero ridursi a causa delle ridotte precipitazioni, con pesanti conseguenze sul settore agricolo. (www.askanews.it)


 



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