L’agricoltura è vittima ma anche causa dei cambiamenti climatici. La resa di molte colture è a rischio, ma la popolazione mondiale è in crescita. Da questo settore passa la sfida per il cambiamento, quello buono. Quello improntato verso una forma di sviluppo pienamente sostenibile.
Il rapporto tra agricoltura e cambiamenti climatici è a dir poco conflittuale e mette a rischio la sicurezza alimentare. Se da un lato la popolazione mondiale è in crescita e potrebbe raggiungere gli 8,5 miliardi nel 2030 rispetto agli attuali 7 miliardi, dall’altro il rendimento agricolo, in particolare di mais e grano, potrebbe calare anche del 50 per cento nei prossimi 35 anni per colpa delle mutate condizioni climatiche. Un rischio da evitare soprattutto ora che i dati sulle persone che soffrono la fame sono positivi. Il rapporto State of Food Insecurity in the World 2015 realizzato dal Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD) e dal World Food Programme (WFP) ha calcolato che sono 795 milioni le persone che ancora oggi nel mondo non mangiano a sufficienza. Erano un miliardo nel biennio 1990-1992.
Il clima che cambia minaccia la resa delle colture
Il Quinto rapporto dell’IPCC, il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici composto da scienziati provenienti da ogni parte del mondo, ha messo in evidenza come il calo della resa agricola sia già in atto. “Il cambiamento climatico sta agendo da freno. Abbiamo bisogno di un aumento del rendimento per rispondere alla domanda di cibo, ma questo invece sta calando per colpa del riscaldamento globale”, ha detto Michael Oppenheimer, professore dell’università di Princeton e co-autore del rapporto dell’IPCC.
L'agricoltura intensiva mette in pericolo il clima
Allo stesso tempo, però, l’agricoltura – in particolare quella destinata a soddisfare il bisogno alimentare degli allevamenti – è uno dei settori che emette più CO2 in atmosfera, paragonabile solo a quello dei trasporti. Soprattutto perché l’agricoltura ha bisogno di sempre più spazio, vista la richiesta crescente di prodotti, a scapito della superficie coperta da foreste e l’utilizzo di fertilizzanti chimici. Una situazione di stallo apparente che mette l’agricoltura in una condizione di vittima, ma anche di responsabile dei cambiamenti climatici.
L'agroecologia è la risposta?
La FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura, ha le idee chiare e sta già lavorando per promuovere tra gli Stati pratiche agricole sostenibili (come l’agroecologia) e pronte a rispondere agli attacchi dei cambiamenti climatici, come desertificazione e innalzamento del livello dei mari.
Biologico e agricoltura familiare, empowerment femminile e consumo consapevole sono solo alcune delle parole, alcuni dei concetti fondamentali da incidere nel solco tracciato dalla lotta ai cambiamenti climatici. Strumenti che porterebbero non solo a vincere la battaglia contro il riscaldamento globale, ma a vincere la sfida per il cambiamento verso un’economia sostenibile e una società più equa.
(Tommaso Perrone - http://magazine.expo2015.org)
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