Tra il 2010 e il 2014 l’export italiano - esclusi i servizi - è cresciuto di 61 miliardi, toccando i 398 miliardi di euro. Nello stesso periodo, la bilancia commerciale complessiva è migliorata di quasi 73 miliardi passando da un saldo negativo di 30 miliardi a un saldo positivo di 42,9 miliardi, mentre per i manufatti la bilancia commerciale italiana ha registrato una crescita di 62 miliardi passando da 38 a 99 miliardi di euro di attivo con l’estero.
Queste sono alcune delle evidenze presentate nell’incontro di oggi a Milano “L’export italiano: trend e testimonianze delle eccellenze d’impresa all’estero” promosso dall’Osservatorio GEA-Fondazione Edison, uno strumento di analisi innovativo delle dinamiche e delle prospettive dell’export italiano, voluto da GEA Consulenti di Direzione (società di consulenza strategica che da cinquant’anni accompagna le imprese italiane nella loro crescita e nell’evoluzione manageriale) e Fondazione Edison. Dall’Osservatorio di quest’anno emerge che l’Italia è uno fra i 5 Paesi al mondo (insieme a Cina, Germania, Giappone e Corea del Sud) ad avere un surplus commerciale per i manufatti industriali superiore ai 100 miliardi di dollari (131 miliardi di dollari nel 2013, fonte WTO) ed è il secondo Paese del mondo occidentale dopo la Germania per surplus commerciale con l’estero nei manufatti (fonte Eurostat).
“I dati elaborati dall’Osservatorio GEA-Fondazione Edison evidenziano che nel 2013 su circa 5.000 prodotti in cui è suddiviso il commercio mondiale, l’Italia presenta 928 prodotti in cui è prima, seconda o terza al mondo per miglior bilancia commerciale con l’estero, per un valore complessivo di 195 miliardi di dollari di surplus commerciale con l’estero” ha affermato Marco Fortis, Vicepresidente della Fondazione Edison. “Si tratta di eccellenze di nicchia che però complessivamente valgono 195 miliardi di dollari di surplus commerciale con l’estero”.
Nel 2014 il surplus commerciale con l’estero delle “4A” del Made in Italy (Alimentari-vini; Abbigliamento-moda; Arredo-casa; Automazione-meccanica-gomma-plastica) conferma un andamento positivo toccando un nuovo record di 128 miliardi di euro.
Da questa nuova edizione dell’Osservatorio GEA-Fondazione Edison risulta che l’Italian food ha rappresentato nel 2013 un importante driver di crescita dell’export. Su una base di riferimento di 616 prodotti, l’Italia presenta 63 prodotti in cui è prima1, seconda2 o terza3 al mondo per migliore bilancia commerciale con l’estero, generando una bilancia totale attiva di 21,5 miliardi di dollari.
Dall’analisi dei dati emerge, inoltre, che gli Stati Uniti sono in assoluto il terzo mercato di esportazione dell’Italia, dopo la Germania e la Francia, con un export complessivo italiano verso gli USA di 29,8 miliardi di euro ed un surplus di 17,3 miliardi, il più alto che l’Italia ha avuto nel 2014 negli scambi bilaterali.
Il mercato americano, in particolare, è sempre più focalizzato sul settore agro-alimentare e presenta il maggiore potenziale di crescita; basti considerare che nel 2014 il 10% circa dell’export italiano è stato proprio verso il mercato statunitense. I primi 10 casi provinciali-settoriali per più elevato export agro-alimentare verso gli USA nel 2014 sono: Firenze, Lucca, Grosseto, Milano e Perugia per gli olii e i grassi vegetali e animali; Modena per gli altri prodotti alimentari; Napoli per i prodotti da forno e farinacei; Salerno per la frutta e gli ortaggi lavorati e conservati; Sassari e Parma per i prodotti delle industrie lattiero casearie. I primi 10 casi provinciali-settoriali per export di vini e bevande verso gli USA nel 2014 sono: Trento, Milano, Cuneo, Firenze, Verona, Siena, Venezia, Treviso, Asti e Brescia.
Nel 2013, su una base di riferimento di 616 prodotti agro-alimentari scambiati a livello mondiale, l’Italia ha presentato 61 prodotti in cui è risultata prima4, seconda5 o terza6 al mondo per migliore bilancia commerciale con gli USA, per un controvalore di surplus commerciale bilaterale generato di 3,3 miliardi di dollari.
La relazione sempre più forte tra il mercato USA e l’Italian food è confermata da una ricerca di GEA Digital, presentata da Carlo Marinoni, Amministratore Delegato di GEA. Dallo studio, che si è focalizzato sul sentiment verso il food e l’Italian food in particolare, espresso dai consumatori nel mondo e negli Usa attraverso il traffico nel web, è emerso che il numero delle ricerche relative al food da parte degli utenti statunitensi è tre volte superiore al resto del mondo e che l’Italian food supera nelle ricerche online topic quali l’arte e la musica italiana.
Partendo dalla constatazione delle enormi potenzialità dell’Italian food negli Usa, Luigi Consiglio, Presidente di GEA, ha aggiunto: “I dati e le tendenze dimostrano che l’interesse per l’Italian food nel mondo è molto forte, in particolare negli Stati Uniti, un mercato estremamente vivace dove la domanda esprime l’attesa di un food più salutare. Oggi chi ritiene che il mercato USA sia maturo si sbaglia. Le opportunità per il Made in Italy ci sono e c’è un grande spazio per tutte le aziende dell’agro-alimentare che desiderano esportare ed investire negli USA. La battaglia politica che abbiamo vissuto finora non ha permesso di vedere le meraviglie del nostro sistema industriale. Per questo motivo Gea, insieme ad Harvard Business Review Italia, ha voluto ribaltare i luoghi comuni sull’industria italiana attraverso la creazione di un punto di osservazione annuale sull’eccellenze imprenditoriali italiane”.
Al fine di valorizzare le migliaia di gemme nascoste nel nostro patrimonio industriale e le chiavi di competitività che rendono l’Italia la sesta potenza industriale del mondo, è stato ideato il Premio “Eccellenze d’Impresa” GEA-Harvard Business Review Italia, che sarà attribuito per la seconda edizione il 27 Ottobre 2015.
Le aziende italiane che nella prima edizione dello scorso anno sono state premiate per uno o più aspetti di eccellenza (innovazione di prodotto o processo, strategia di internazionalizzazione, creazione di opportunità di lavoro per giovani talenti, etc.) secondo il giudizio di una Giuria di esperti indipendenti e di massima autorevolezza, sono state oggi invitate a presentare le proprie esperienze di internazionalizzazione.
Individuate come testimonianze di primo rilievo dell’eccellenza italiana dalla Giuria del Premio “Eccellenze d’Impresa” GEA-Harvard Business Review Italia nel 2014, le seguenti aziende hanno presentato oggi le proprie esperienze sul fronte delle strategie di export: Brevini Power Transmission, vincitrice del Premio nel 2014, azienda emiliana tra le prime 5 al mondo nel settore dei riduttori epicicloidali e delle trasmissioni meccaniche; Gentium, società di biotecnologie con sede a Villa Guardia (Como) e Spig, leader globale nei sistemi di raffreddamento industriale con sede ad Arona (Novara), tra le finaliste al Premio nel 2014.
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1 I primi dieci prodotti agro-alimentari in cui l’Italia presenta la migliore bilancia commerciale mondiale nel 2013 sono: paste alimentari (non contenenti uova); pomodori, preparati o conservati, interi o in pezzi; carni di suidi secche o affumicate (esclusi prosciutti, spalle, pancette); liquori; paste alimentari farcite; aceti; formaggi grattugiati o in polvere; vermut e altri vini di uve fresche; fagioli freschi; paste alimentari all’uovo.
2 I primi dieci prodotti agro-alimentari in cui l’Italia presenta la seconda migliore bilancia commerciale mondiale nel 2013 sono: vini di uve fresche; caffè torrefatto (non decaffeinizzato); cioccolata e altre preparazioni alimentari contenenti cacao; mele fresche; vini spumanti di uve fresche; prodotti della panetteria, pasticceria e biscotteria; uve fresche; pomodori preparati o conservati (esclusi pomodori interi o in pezzi); acque minerali e acque gassate; kiwi freschi.
3 I primi dieci prodotti agro-alimentari in cui l’Italia presenta la terza migliore bilancia commerciale mondiale nel 2013 sono: salse e condimenti; succhi di uva, inclusi i mosti di uva (non fermentati); salsa “ketchup” e altre salse di pomodoro; pezzi e frattaglie commestibili di tacchini o “pollame domestico”; lattughe fresche o refrigerate (escluse quelle a cappuccio); glucosio allo stato solido e sciroppo di glucosio; lardo senza parti magre, grasso di maiale e di volatili; succhi di altri agrumi (non fermentati); barba di becco, sedani-rapa ravanelli e simili radici; prodotti del genere “brassica” (esclusi cavoli, cavolfiori, broccoli e cavoletti di Bruxelles).
4 I primi dieci prodotti agro-alimentari in cui l’Italia presenta la migliore bilancia commerciale mondiale con gli USA nel 2013 sono: vini di uve fresche in bottiglia; olio di oliva vergine; formaggi (esclusi i formaggi freschi); paste alimentari (non contenenti uova); olio di oliva e sue frazioni; acque minerali e acque gassate; pomodori, preparati o conservati, interi o in pezzi; carni di suidi secche o affumicate (esclusi prosciutti, spalle, pancette); aceti; caffè torrefatto.
5 I primi dieci prodotti agro-alimentari in cui l’Italia presenta la seconda migliore bilancia commerciale mondiale con gli USA nel 2013 sono: vini spumanti di uve fresche; prodotti della panetteria, pasticceria e biscotteria; bevande (non alcoliche); salse e condimenti; kiwi freschi; sidro, sidro di pere, idromele e altre bevande fermentate; paste alimentari farcite; caffè torrefatto decaffeinizzato; preparazioni e conserve di prosciutti e loro pezzi; preparazioni e conserve di acciughe, intere o in pezzi.
6 I primi dieci prodotti agro-alimentari in cui l’Italia presenta la terza migliore bilancia commerciale mondiale con gli USA nel 2013 sono: acque, incluse le acque minerali e le acque gassate, con aggiunta di zuccheri; farine di grano e di segale; funghi freschi o refrigerati; succhi di altri agrumi non fermentati; acquaviti di vini o vinacce; glucosio allo stato solido e sciroppo di glucosio; funghi e tartufi secchi; preparazioni e conserve di carni o frattaglie; sardine, alacce e spratti congelati; preparazioni e conserve di spalle e loro pezzi, di suidi.
ASA Press / Le notizie di oggi