In tutta Italia ci sono 356 Comuni “rifiuti free”, che producono meno di 75 kg di rifiuti indifferenziati a persona. E ci sono 1520 comuni “ricicloni”, campioni nella raccolta differenziata (hanno cioè raggiunto il 65% di raccolta differenziata dei rifiuti) pari a quasi dieci milioni di abitanti, il 16% della popolazione, che ricicla e differenzia i rifiuti. Il dato viene dall’ultima premiazione dei Comuni ricicloni 2015 fatta da Legambiente.
Spiega l’associazione: “I Comuni Ricicloni quest’anno sono 192 in più e raggiungono la cifra di 1.520 municipi distribuiti in gran parte nel Nord-Est del Paese (Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige sono le regioni con la più alta concentrazione di Comuni Ricicloni), con la novità della sostanziosa crescita delle località del Centro-Sud che vede aumentare i comuni virtuosi dal 18 al 25% del totale nazionale. Crescono in particolare nelle Marche e in Campania: segno evidente che cambiare e innovare, anche in pochi mesi, è possibile e vantaggioso, anche introducendo premi e penalità, come l’ecotassa per i rifiuti avviati a discarica e sgravi tariffari a chi ricicla di più. Due delle misure che chiediamo di generalizzare a tutta Italia nel manifesto Italia rifiuti free”.
L’associazione ha infatti lanciato il Manifesto per un’Italia rifiuti free con dieci propose per liberarla dall’emergenza dei rifiuti: fra queste il principio che chi smaltisce in discarica deve pagare di più a vantaggio di chi meno vi ricorre, l’uso dei proventi dell’ecotassa per politiche di prevenzione, riuso e riciclo, l’incentivazione del riciclo, l’affermazione del principio per cui “chi inquina paga”, una nuova legge per migliorare il sistema dei controlli ambientali e la richiesta di uno stop deciso a qualsiasi commissariamento per l’emergenza rifiuti.
“I 356 comuni ‘Rifiuti free’ – ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente – rappresentano l’eccellenza nell’eccellenza. Sono quelli che oltre a essere ricicloni, nel corso del 2014 hanno prodotto meno di 75 chilogrammi a testa di rifiuto secco indifferenziato, mentre la produzione media pro capite nazionale si aggira sui 550 chili annui (e quella europea 510). Risultati ottenuti con ricette diverse ma con un denominatore comune: la responsabilizzazione dei cittadini attraverso una comunicazione efficace e con politiche anche tariffarie che premiano il cittadino virtuoso”.
L’associazione mette in evidenza che le esperienze di successo nella raccolta e nella gestione dei rifiuti quasi sempre sono supportate da una riduzione della tariffa sui rifiuti per chi separa bene i materiali e dalla promozione dei consumi responsabili, come la rinuncia alle bottiglie di plastica e il consumo dell’acqua di rubinetto. La dimensione demografica dei Comuni Rifiuti Free è ancora quella del piccolo comune con l’eccezione di Empoli (Fi), che conta 48 mila abitanti. Buone esperienze si segnalano però anche per città più grandi o per comuni situate in aree cronicamente in emergenza. L’associazione ricorda l’esperienza di Parma, che nel giro di due anni ha saputo non solo incrementare la differenziata, ma anche ridurre la produzione pro capite del 9%, e che rappresenta il primo comune con 200 mila abitanti ad aver superato il 65% di differenziata, e quella di Cosenza, che non ha ancora superato la soglia del 65%, ma, dopo Salerno, è la dimostrazione di come si riesca a raggiungere obiettivi significativi (il 59%, con un servizio efficace “porta a porta”) anche nei capoluoghi delle regioni in continua emergenza. (www.helpconsumatori.it)
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