Consegnato odg ai Prefetti: serve riforma radicale
Il presidente Scanavino, accompagnato da una delegazione regionale, ha incontrato il governatore del Piemonte Chiamparino, l'assessore Ferrero e il prefetto Basilone: "La questione non è più rinviabile, aumentano gli attacchi e crescono i danni nelle campagne. Bisogna adoperarsi subito per il potenziamento degli strumenti di contenimento preventivo, per uno snellimento delle procedure e per potenziare i fondi di risarcimento agli agricoltori coinvolti".
Una mobilitazione a livello nazionale per sollecitare le istituzioni a interventi urgenti per fronteggiare i danni provocati dalla fauna selvatica in agricoltura. L'ha lanciata oggi la Cia-Confederazione italiana agricoltori consegnando a tutti i Prefetti, attraverso le sue strutture provinciali e regionali, un documento "ad hoc" per chiedere una riforma radicale degli strumenti a disposizione, con provvedimenti legislativi e attuativi che consentano da un lato la corretta gestione delle specie, in relazione alla capacità del territorio di sostenere la loro adeguata presenza nella logica della coesistenza sostenibile, e dall'altro misure realmente efficaci a favore degli agricoltori colpiti.
"Non è più possibile rimandare la questione", ha detto il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino, che ha incontrato il governatore del Piemonte Sergio Chiamparino e l'assessore all'Agricoltura Giorgio Ferrero, quindi -assieme alla delegazione costituita dal presidente regionale Cia Lodovico Actis Perinetto, dal vicepresidente regionale Gabriele Carenini, dal presidente provinciale Roberto Barbero e da 15 sindaci delle Valli Alpine dov'è più forte l'emergenza ungulati- ha consegnato l'ordine del giorno sul tema approvato dalla Direzione nazionale il 23 giugno al Prefetto di Torino Paola Basilone.
"A partire da oggi -ha spiegato Scanavino- le strutture territoriali della Cia si faranno promotrici di incontri con interlocutori istituzionali e sit-in per denunciare il fallimento delle politiche regolatorie, i mancati risarcimenti agli agricoltori e i rischi per l'incolumità pubblica dovuti al fenomeno degli incidenti stradali provocati dagli animali selvatici".
Con l'inizio della bella stagione, ha ricordato il presidente della Confederazione, "la situazione nelle campagne è andata ulteriormente deteriorandosi, provocando gravi disagi e proteste fra gli agricoltori esasperati che subiscono attacchi sempre più frequenti, con perdite ingenti sulle produzioni agricole e zootecniche".
"Era stata assicurata l'apertura di un tavolo di lavoro a livello interministeriale con le organizzazioni agricole, al fine di individuare insieme le possibili soluzioni al problema -ha aggiunto Scanavino- ma per ora tutto tace. Nel frattempo, però, diventa sempre più difficile la convivenza sul territorio tra agricoltori e animali selvatici, la cui consistenza numerica ha raggiunto livelli davvero preoccupanti, causando danni economici pesanti alle imprese agricole". Numeri tali che richiedono "interventi di prelievo selettivo rivolti all'effettivo controllo della massiccia presenza delle specie alloctone e invasive, degli ungulati e dei selvatici predatori che stravolgono l'equilibrio naturale e produttivo, nonché misure di abbattimento delle nutrie".
"Siamo nell'ordine di decine di milioni di euro l'anno di perdite -ha sottolineato il presidente nazionale della Cia-. Basti pensare che, ad esempio, la media annua dei danni da fauna selvatica riconosciuti ammonta in Toscana a 2,1 milioni; in Emilia Romagna si arriva a 2,7 milioni; nelle Marche 1,1 milioni di euro mentre in Umbria i danni toccano 1,07 milioni. O che ogni anno, solo nelle regioni dell'arco appenninico, dalla Calabria alla Liguria, gli animali selvatici in branco uccidono dalle 2.000 alle 2.500 pecore".
Ecco perché "la Cia sollecita, ancora una volta, interventi straordinari per riportare la presenza e la densità degli ungulati in equilibrio con il territorio -ha concluso Scanavino-. Bisogna adoperarsi con urgenza per il potenziamento degli strumenti di contenimento preventivo, per uno snellimento delle procedure e per potenziare i fondi per il risarcimento agli agricoltori coinvolti, considerato anche che oggi in molte regioni questi coprono a malapena il 30% dei danni riconosciuti e spesso sono limitati solo alle cosiddette specie prioritarie". (www.cia.it)
ASA Press / Le notizie di oggi