Il settore del food spopola anche grazie alle nuove tecnologie: il food delivery sugli scudi, ma non è il solo.
Gli italiani amano il cibo, le tavole riccamente imbandite, cucinare, ma soprattutto mangiare e bere, ancora meglio se qualcuno lo porta a casa evitandoci così di metterci ai fornelli dopo una giornata intensa di lavoro. E il cibo è protagonista anche sui dispositivi mobile, grazie alla quantità di download legati alle applicazioni per il cibo, anche grazie all'emergere di sempre più numerose startup specializzate sul food. Il giro d'affari è di quelli importanti: 400 milioni di euro soltanto per il food delivery, a fronte di una crescita internazionale le cui stime di Cb Insights portano a un+51% di incremento del settore nei primi trimestri del 2013 e del 2014. Le migliori app sul cibo offrono inoltre servizi di consegna e commercio elettronico: non stiamo dunque parlando solo di servizi legati al social eating, ma di vero e proprio take-away, con JustEat a guidare tutti gli altri, e di altre filiere che convivono in un settore già di per sé molto vasto.
Non sono solo i servizi che effettuano le consegne di cibi a domicilio ad andare alla grande - specialmente in Italia - ma anche altre startup specializzate nella ricerca di ristoranti e nella diffusione di ricette condivisibili tra gli utenti. Molte aziende risultano in crescita, altre vengono inglobate dai colossi, tanto da far parlare di un vero e proprio fenomeno in continuo aumento. Le app per il cibo hanno fatto un boom in Italia, con migliaia di download ottenuti, il che ci porta al consueto e abituale concetto che il nostro Paese è fatto per la buona tavola.
Il fenomeno di certo non si fermerà qui, visto che le stime parlano di una continua crescita, ovviamente anche a livello internazionale. Scrive Alberto Magnani in un articolo sul Sole24Ore:
Solo Just Eat, leader delle consegne mobile di pizza e altri alimenti, è lievitato fino a coprire 15 Paesi, dare lavoro a 1.500 dipendenti e generare ricavi da 157 milioni di sterline nel 2014. E la sua Ipo, nell'aprile del 2014, ha portato a una valutazione di 1,47 miliardi di sterline (2,44 miliardi di dollari). Una cifra ordinaria, se si considera che il colosso tedesco dell'e-commerce Rocket Internet ipotizza un mercato globale da 90 miliardi di euro.
Il settore food rappresenta dunque una miniera d'oro per quei giovani startupper che vorrebbero cimentarsi in un'impresa del genere: sul mercato italiano sono presenti moltissimi esempi, tra chi è specializzato nello sviluppo di un e-commerce di prodotti alimentari, al flusso di ricette condivise tra gli utenti e gli chef, con tanto di servizi mobile da sfruttare appieno, dai veri e propri marketplace, ad applicazioni-guida nel mondo del mangiare e del bere bene. Quando poi avrete fondato la vostra startup sul food, non scordatevi di entrare nel database di Crowdfooding, un altro servizio made in Italy- ma sviluppato in California - che raccoglie tutte le startup del settore per farle incontrare con potenziali investitori.
Il food è sempre più un business che s'integra con le nuove tecnologie e che trova una spinta innovatrice nella creatività degli startupper e - soprattutto - nell'encomio e nel plauso di un'utenza esistente, molto ampia e largamente interessata al settore. (Daniele Sforza - www.investireoggi.it)
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