Wired e Ibm, in collaborazione con Coldiretti danno vita a un progetto che unisce big data e tecnologia. Per tracciare il presente, ma soprattutto il futuro, di un settore chiave per il l’Italia, e il mondo, di domani
Prevedere l’esito di un raccolto, migliorare la resa di un terreno, far crescere la qualità degli alimenti e proteggerli da condizioni climatiche avverse per distribuirli e renderli disponibili in ogni angolo del pianeta. Questi sono solo alcuni dei fondamentali cambiamenti generati dall’innesto di uno dei settori che è maggiormente in fermento e orientato al futuro, la tecnologia, in un ambito, come quello agricolo, che affonda invece le sue radici in un lontano passato, la cui eredità secolare va continuamente nutrita con nuova linfa.
L’importanza del coltivare la terra è però più che mai attuale quando ci si trova davanti uno scenario, la Terra, con risorse non inesauribili e una popolazione che ha superato quota 7 miliardi di abitanti ed è in continua crescita. Per tenere il passo della demografia, e dell’inflazione, la produzione di cibo dovrebbe crescere del 70%. Non a caso il nodo centrale di Expo 2015 è “nutrire il pianeta”. Se il cibo però rappresenta l’energia per la vita, l’innovazione rappresenta il carburante naturale che può rinverdire l’agricoltura, permettendole di sbocciare di nuovo, in modo ancora più semplice ed efficiente.
Lo sanno bene Ibm e Coldiretti che, insieme a Wired, hanno dato vita al progetto Agrinnova, l’iniziativa che si occuperà di mappare sul territorio italiano l’uso delle soluzioni tecnologiche applicate all’agricoltura e misurare il tasso di innovazione del settore. Le informazioni raccolte, quantitativamente e qualitativamente (attraverso un questionario online), verranno passate sotto al setaccio di Big Data e analytics (l’analisi dei dati è a cura di Voices from the Blogs), al fine di sottolineare le eccellenze ed evidenziare le criticità di un’industria vitale per il nostro Paese, proprio come gli alimenti sani lo sono per le persone.
Il digitale insomma scende in campo, o meglio, nei campi, per dar il suo contributo a tematiche come sicurezza alimentare, gestione degli sprechi e salvaguardia delle acque. I processi industriali si possono sequenziare come il dna mentre sensori, droni e algoritmi di elaborazione delle immagini sono tra gli strumenti che possono aiutare a risolvere i diversi problemi che affliggono ancora la catena produttiva.
Secondo Ibm il 90% dei danni ai raccolti è provocato da condizioni meteorologiche avverse e non contrastate tempestivamente, così come le difficoltà logistiche fanno sì che metà delle derrate mature e pronte al consumo non raggiunga mai effettivamente le tavole e le bocche di chi ne avrebbe invece bisogno. Cifre che cozzano coi bisogni di un pianeta che nel 2050 conterà oltre 9 miliardi di persone (un terzo in più di oggi) e dovrà quindi soddisfare una domanda di cibo sempre crescente.
Le soluzioni digitali sono la chiave sia per pianificare interventi a lungo termine, sia per affrontare le emergenze in tempo reale. Dai sistemi di irrigazione ai biocarburanti, dal cambiamento climatico alle energie rinnovabili, passando per green economy e competitività sui mercati internazionali, sono tante le criticità da affrontare e altrettante le tecniche per risolverle, come genomica e agricoltura di precisione, app e attrezzi intelligenti, capaci di essere non solo termometri ma anche catalizzatori del cambiamento.
Per questo i dati raccolti da Agrinnova verranno poi inseriti, alla fine di Expo, in un documento completo e dettagliato. Un prontuario da tenere a portata di zappa, un manifesto per l‘innovazione in un settore in cui l’Italia è leader e sarebbe un peccato non rimanesse tale. Perché la ricchezza agroalimentare non rappresenta solo una ricchezza anche economica, ma va coltivata come un bene prezioso e comune, nel segno della sostenibilità e della biodiversità. (Marco Cosenza - www.wired.it)
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