Su una superficie di 7 ettari a Genova, condivisione e baratto
In bassa Valpolcevera, area industriale per eccellenza di Genova, sta nascendo un orto collettivo gestito da 300 persone, che anzichè frazionare l'appezzamento, lo coltivano tutte insieme e suddividono i prodotti utilizzando una moneta cartacea alternativa, stile 'Monopoli', che si chiama Scec. L'esperienza di condivisione e baratto alternativo, venerdì approderà nella Sala del Mappamondo di Montecitorio, grazie all'invito di parlamentari di varie forze politiche. All'iniziativa partecipano realtà all'avanguardia come comunivirtuosi.org, italiachecambia.it e transitiontown.it. Oggi chi va a Campi, lasciandosi dietro i capannoni industriali, trova il primo pezzo di un terreno di 7 ettari che i 300 aspirati agricoltori hanno avuto in comodato d'uso da un privato. "Quando tutto il terreno sarà ripulito, sarà l'orto collettivo più grande d'Europa - spiega il presidente dell'Associazione Comitato Quattro valli, Andrea Pescino, 69 anni, ideatore del progetto - Al momento siamo alla tremiladuecentesima ora di lavoro in 162 giorni". In questi primi cinque mesi, si sono messe all'opera una sessantina di persone. Gli altri partecipanti entreranno in gioco quando si raggiungerà un'area meno ripida, a monte. Quando l'orto collettivo entrerà in produzione sarà gestito col principio del baratto: tante ore di lavoro, tanta verdura e gli scambi regolati dalla Scec, fogli colorati con tagli che stanno in una pentola di inox. "Ogni ora di lavoro vale 7,5 Scec - spiega Ciambellini, presidente ligure di Arcipelago Scec -. Ogni giorno ognuno preleva gli Scec in base a quanto ha lavorato e in futuro avrà diritto a un tot di verdura dall'orto". (www.ansa.it).
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