Per la seconda giornata all'Esposizione Universale, la Cia pone al centro delle sue riflessioni "l'urban green". Dalle tangenziali verdi ai parchi. Nelle smart city va valorizzato il ruolo dell'agricoltura.
La città è intelligente se è agricola. Non sembri un paradosso né una riedizione dello splendido affresco di Ambrogio Lorenzetti che campeggia in Palazzo Civico a Siena, dove il buon governo è appunto la città che dialoga con la campagna. E del resto questo è lo spirito rinascimentale che ha prodotto quello straordinario modello che è il giardino all'italiana: un pezzo di ruralità urbanizzata. Ripensando a quel modello la Cia pone oggi un interrogativo: può essere una città vivibile se il verde urbano non la connota? E può dirsi compiutamente polo culturale e sociale una città che ignora l'agricoltura? Di certo non in Europa e massimamente in Italia. Da queste riflessioni è scaturito il convegno che si è tenuto oggi all'auditorium di Palazzo Italia, all'Expo, sul tema "Le città si colorano di verde". Il dibattito è stato preceduto dalla proiezione della clip "Il Verde in Citta".
A ragionare di verde urbano, dopo l'introduzione di Gianluca Cristoni presidente dell'associazione PromoVerde-Cia, coordinati dal vicedirettore del Tg1 Susanna Petruni, sono stati Francesco Loreto, direttore Dipartimento Scienze Bioagroalimentari Cnr; Chiara Bisconti, assessore al Verde del Comune di Milano; Nathalie Grenon di Sartogo (Architetti Associati), ideatrice del progetto Tangenziale Verde a Roma; Adriano Paolella dell'associazione Cittadinanzattiva che si interrogano su "Grandi città: verde urbano e nuovo rapporto con l'agricoltura". E poi Roberto Chiti dell'azienda vivaistica Pistoia, coordinatore del Gie Florovivaismo della Cia ed Erri Faccini, giovane imprenditore agricolo autore del progetto per la valorizzazione e la sostenibilità ambientale, sociale ed economica delle aree a verde di proprietà del Consorzio ZIP (Zona Industriale di Padova).
Come ha sottolineato il vicepresidente nazionale di Cia, Alessandro Mastrocinque, il tema del verde urbano è un tema centrale perché "non riguarda solo la gestione dei parchi e dei giardini, ma anche la creazione di cinture verdi per riqualificare le periferie, l'uso di infrastrutture naturali, la riqualificazione di aree industriali dismesse, compreso la ripermeabilizzazione di aree cementificate".
Si tratta, cioè, di ristudiare completamente la logica del rapporto tra città e campagna, in un mondo che vede già oltre il 50% per cento della sua popolazione vivere in aree metropolitane o urbane."
"URBAN GREEN"
Una provincia verde - Nel 2013 il verde urbano pubblico rappresenta in media il 2,7 per cento del territorio dei capoluoghi di provincia italiani (oltre 577 milioni di metri quadrati e, in media, 32,2 metri quadrati per abitante). Rispetto al 2012, la superficie complessiva del verde urbano cresce dello 0,7 per cento. Circa il 16 per cento della superficie di questi comuni è inclusa tra le aree naturali protette. Complessivamente le aree verdi coprono oltre 3,7 miliardi di m2 (pari al 18,2 per cento del territorio dei capoluoghi). In termini di disponibilità pro capite, il 40 per cento circa dei capoluoghi di provincia del Nord offre agli abitanti una buona disponibilità di verde, superiore alla media nazionale (pari a 32,2 m2 per abitante) La quota di città con buona dotazione di verde scende sotto il 28 per cento al Centro e nel Mezzogiorno. Tra i centri urbani più grandi, hanno un buon "profilo verde" Genova, Trieste, Roma, Napoli, Palermo e Cagliari.
Ma Londra ci batte - Secondo "Sustenaible Cities" una città con un ottimo rapporto di superficie verde per abitante è Curitiba, in Brasile: 52 metri quadrati. Seguono Rotterdam, nei Paesi Bassi (28,3 metri quadri), New York (23, 1 metri quadri), Madrid (14 metri quadri), Toronto, in Canada (12,6 metri quadri) e Parigi (11,5).Uno studio della Commissione europea individua in Liegi in Belgio, Oulu in Finlandia e Valenciennes in Francia le città più verdi: 300 metri quadrati a testa. La "Greater London Authority" ha contato che a Londra il 63 per cento dei 1.572 chilometri quadrati della capitale è occupato da spazio verde, giardini o acque. Un terzo di questa percentuale è rappresentato dai giardini privati e un terzo da verde spontaneo. Il 16 per cento del verde urbano è costituito da parchi o giardini pubblici (circa 173 chilometri quadrati in totale, secondo il London Councils). Vuol dire 105 metri quadrati per abitante.
In Italia niente smart city - Secondo la classifica europea in Italia non abbiamo città "smart". Al primo posto resta Copenaghen, seguita da Amsterdam e Vienna. Barcellona è la prima del Sud Europa ed è quarta nella classifica comunitaria. Al quinto posto c'è Parigi. La classifica vede poi Londra, Berlino, Helsinki, Stoccolma e Amburgo. Nessuna italiana è nella "top ten". Un motivo in più per interrogarsi sul verde urbano e su quanta agricoltura ci vuole per migliorare le città.
La tangenziale verde - Nathalie Grenon ha riproposto al convegno Cia un progetto che è un "unicum" in Europa: la tangenziale verde. Si tratta di coltivare un tratto di strada abbandonato: il pezzo di tangenziale che va, a Roma, da Batteria Nomentana alla Stazione Tiburtina. Lì l'architetto Grenon ha immaginato un bioparco da coltivare. "Si tratta di un innovativo progetto di riqualificazione urbana attraverso la rigenerazione ambientale -ha detto al convegno-. Sarà un giardino agronomico, quindi produttivo, che prediligerà le coltivazioni autoctone, anche perché il Lazio è la regione italiana più ricca di biodiversità". (www.cia.it)
ASA Press / Le notizie di oggi