1) Vassallo, Gandolfo, Berta, Gioda, Ghignone - 2) in sala
Quando più inviti sono nello stesso giorno e tutti ugualmente interessanti e di rilievo nazionale, è sempre difficile riuscire a scegliere e in mancanza della classica monetina da gettare in aria ci si affida al ragionamento, all’interesse dell’argomenti, all’organizzazione. Spesso si scelgono ambienti nuovi e così eccomi in viaggio tra i vigneti che si estendono sulle colline di Canelli, la città dello Spumante, per la Conferenza Stampa di presentazione della “XVI edizione di Canelli - Città del vino” che si svolge presso il Comune dove verrà presentato il programma dell’evento in calendario il 25, 26 e 27 settembre 2015, per conto del Comune di Canelli e dell’Enoteca Regionale di Canelli e dell’Astesana.
Canelli è un comune piemontese della provincia di Asti, nel territorio del Monferrato, ma a pochissimi chilometri da quello delle Langhe cuneesi. In parte situato in posizione pianeggiante e nell’altra distesa sull’area collinare di “Villanuova” che domina la cittadina con il suo castello. E’ la parte storica detta “Sternia”, percorribile solo risalendo l’antica strada selciata che dalla piazza San Tommaso si inerpica sino a piazza San Leonardo, tra case medioevali, antri, piccoli cortili caratteristici e panoramiche suggestive.
1 e 2) Vigneti
I vigneti della zona sono il centro di produzione dell’Asti Spumante, il vino bianco, delicatamente dolce e aromatico che nasce dall’uva Moscato d’Asti e diventa Spumante attraverso particolari tecniche di produzione.
Il territorio circostante, per lo più collinare, con i vigneti di uno dei vini più famosi nel mondo e l’identità stessa non solo del Piemonte, dell’Astigiano, ma del vino italiano in generale, che nelle storiche cantine si trasformerà nel biondo nettare, l’Asti Spumante!
Percorriamo la strada che ci conduce a Canelli scegliendo una via più lunga, ma panoramica, attraversando un territorio che offre geometriche immagini sulle morbide pendenze collinari.
L’auto corre lenta sull’asfalto, per assaporare il panorama, ed ecco davanti a noi le colline più ripide e scoscese. In alcuni punti le viti si estendono per brevi tratti in coltivazioni “a gradoni” con spaccati di suggestive morbide rocche in cui scorre il torrente Belbo.
1) Castello Gancia 2) “La Sternia”
Dinanzi a noi si erge l’imponente mole del castello di proprietà della famiglia Gancia, che dall’alto della collina di Villanuova domina la città. Eretto nel medioevo in difesa delle importanti strade di transito commerciale che di qui passavano per raggiungere il porto di Savona, venne distrutto nel 1617 durante le guerra contro il Monferrato. I lavori di restauro iniziarono nel 1626.
L’attuale ristrutturazione dell’architetto Arturo Midana, per incarico della famiglia Gancia, è del 1930.
Carlo Gancia, classe 1829, fondò l’omonima ditta a Chivasso intorno al 1865, in seguitò si trasferì a Canelli importando le tecniche della spumantizzazione dei vini francesi di Champagne.
Ed eccoci nell’elegante Palazzo del Comune, in una scenografica stanza del palazzo dove si svolgerà il Convegno alla presenza dei giornalisti.
La prima cosa che apprezzo è il benvenuto di Pietro Ramunno, intraprendente giovane dell’Ufficio Stampa sempre molto professionale, corretto e con quel pizzico di... intelligenza che non dovrebbe mai mancare a chi fa questo mestiere...
1) La locandina - 2) Il vino: simbolo di Canelli! - 3) Pietro Ramunno e Marco Tripaldi
Non mancano gli incontri interessanti e stavolta è uno degli ospiti, Marco Tripaldi, simpaticissimo e valido innovatore di questa edizione che segna una svolta più moderna con un cambio di format dedicato a tutti i “cultori” del bere. Una nuova veste per presentare il vino in tutte le sue componenti di storia, cultura, folclore e tradizioni contadine.
Una edizione tutta nuova, da non perdere anche la proposta della Canelli Wine Card per gli appassionati del vino e i turisti, e un bus navetta che vi porterà nelle aziende agricole consentendovi di celebrare il... rito del taste vin senza incorrere in spiacevoli inconvenienti al ritorno.
1) Vigne - 2) Cortili rurali - 3) “La Sternia”
In attesa dell’inizio mi dedico a curiosare sul programma della cartella stampa i nomi degli interventi: Giovanni Vassallo (moderatore), Paolo Gandolfo (vicesindaco e assessore a Manifestazioni, Commercio e Promozione del Comune di Canelli), Pierstefano Berta (presidente OICCE), Mary Gioda (presidente Gruppo storico Asinari di Costigliole d’Asti) e Andrea Ghignone (presidente Enoteca regionale di Canelli e dell’Astesana).
La prima cosa che mi colpisce è l’immagine di una bottiglia con numerose finestre e stranamente senza porte!
Giovanni Vassallo spiegherà questa immagine e l’idea mi piace molto: la bottiglia è l’identità della città del vino, le finestre rappresentano le “finestre aperte sulla città e sul mondo” e a fianco il castello dei Gancia che mi piace immaginarlo come simbolo di forza e che sia quello dei Gancia, che hanno gettato le basi della viticoltura e prestigio nel mondo.
Sulla mancanza di porte... lascio alla vostra fantasia dargli un senso...
Alcune frasi mi colpiscono, come il ricordare che “non c’è angolo di questa terra che non abbia da raccontare una storia che parla di vino. Che si tratti delle novelle di una volta, quelle che si ascoltavano raccolti intorno al fuoco, o delle più moderne narrazioni”.
Si sottolinea di come recentemente l’Unesco abbia riconosciuto come patrimonio dell’umanità questo angolo di Piemonte per i suoi “Paesaggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato”.
L’edizione di “Canelli Città del Vino”, quest’anno è in concomitanza con la consegna delle targhe Unesco che premiano i 101 Comuni dei territori entrati a far parte del patrimonio dell’Umanità. Sarà l’anno del dialogo sulla cultura del vino e del mondo che rappresenta, si racconteranno storie di personaggi legati al vino e si narrerà di vigne, bottiglie, vini e paesaggio.
Per tre giorni Canelli sarà la capitale del Moscato, con visite guidate alle “ Cattedrali
Sotterranee”, eventi in piazza, tradizioni popolari e musica moderna, in un’atmosfera da festa di paese che ci riporterà indietro nel tempo... facendo sognare anche i... non più giovani!
Il paese avrà quattro accessi simbolici in altrettanti punti della città.
L’ingresso su viale Alba, sarà un pò il simbolo della letteratura, perchè è quello che Cesare Pavese definiva “La porta del mondo”.
Ad ogni accesso il turista sarà accolto con un benvenuto come era antica tradizione offrire all’ospite: una soma d’aj accompagnata da un grappolino d’uva e un bicchiere di Moscato, gastronomicamente simboli di Canelli la città del vino.
Se il cuore pulsante dell’evento è il vino del territorio, non mancheranno degustazioni di quelli provenienti da altre Regioni ospiti: Albenga e Pietraligure (Liguria), Trento e le Dolomiti (Trentino-Alto Adige), la Val d’Orcia (Toscana), Valle d’Aosta, Valtellina (Lombardia).
Per lo spazio Cultura il premio “Vino e Territorio” verrà consegnato a personalità che si sono impegnate nel valorizzare il territorio canellese, astigiano e piemontese come aree vitivinicole.
Non mancheranno ospiti illustri: Francesco Moser, classe 1951, trentino di Giovo, ex ciclista, dal 1973 al 1988, come professionista vinse un Giro d’Italia e diverse classifiche.
Vanta ben 273 vittorie precedendo miti come Saronno e Cipollini ed è il ciclista italiano con il maggiore numero di successi e il terzo assoluto a livello mondiale, preceduto solo da Merckx e Van Looy. Ritirato dalla carriera ciclistica conduce una azienda vitivinicola in Val di Cembra, nella tenuta Maso Villa Warth sulle colline di Trento. A Canelli presenterà il suo libro “Ho osato vincere” a “Filari & Filari”.
Il Premio “Gli eroi moderni” premieranno alcuni eroici commercianti canellesi, mentre il Premio “Le radici della qualità” premierà la DOC Loazzolo, la più piccola d’Italia.
Per le visite guidate in cantina, potrete visitare gratuitamente quelle storiche di Bosca, a pagamento quelle di Contratto, Coppo, Gancia.
Gli eventi prevedono la “Notte bianca del vino”, con musica, performance, spettacolo di cabaret, balli tradizionali della vendemmia.
Cibo di qualità per FOOD, con il cibo del territorio e della tradizione. Dolci, aromi e sapori di infusi e Vermout di fine ‘800 con il Gruppo Storico Asinari di Costigliole d’Asti che allestirà una scenografica ricostruzione di vecchio caffè stile Bella Epoque.
Non potrebbero mancare il “Mercato delle Eccellenze” che presenta le produzioni locali, nè la “Schola Olaria” per scoprire gli oli d’oliva.
Musica! Tanta buona musica per ogni età! Concerti diffusi con musica classica, blues, jazz, banda musicale locale e quella di Omegna e lo spettacolo della Long’s Valley Blues Band.
Proposte per i piccini con i Truccabimbi curato dalla Croce Rossa Italiana di Canelli e dimostrazione di pigiatura dell’uva a cura della Fidas canellese.
Divertimento per grandi e piccini con un giro nel centro cittadino sul “Trenino risorgimentale” per rievocare l’arrivo della ferrovia a Canelli, che univa le varie cantine cittadine, maggio 1865.
E qui mi fermo un attimo per raccontarvi la storia di questa località dell’Astigiano.
Fin dalla preistoria il territorio fu caratterizzato dagli insediamenti dei Liguri Stazielli. Durante l’epoca Romana divenne un importante centro con dei fondi rustici coltivati a vite.
Come molte altre località anche Canelli ebbe un lungo periodo di decadenza e solo dall’Alto Medioevo iniziò a rifiorire e nel 961 si guadagna la definizione di “città”.
Nel 1198 il “Consortile di Canelli” si unisce ad asti e Alessandria contro il marchese di Monferrato.
Nel 1217 Asti lo acquista e la città si arricchisce di case-forti, torri e palazzi.
La sua storia è legata alle lotte tra Asti e Alessandria che se lo contendevano! Negli anni dal 1227 al 1232 gli astigiani ne ottengono il possesso.
Nel 1335 gli astigiani la vendono ad Alessandro e Bonifacio Asinari.
Nel 1387, insieme ad Asti, viene data in dote a Valentina Visconti andata in sposa a Luigi d’Orleans.
Nel 1613 viene assediata dal duca di Nevers, ma il coraggio dei cittadini respinge le truppe ottenendo dal duca di Savoia, come premio per il loro valore l’esenzione del pagamento delle tasse per trent’anni.
Nel 1616 viene assediata e saccheggiata dalle truppe spagnole e nel 1642 e 1658 ad assediarla sono quelle francesi.
Camillo Galleani, ultimo signore di Canelli, muore nel 1810.
Verso la fine del XVIII secolo Canelli ebbe un periodo di successo quando dalla tradizione vitivinicola rurale si sviluppò quella dell’industria del vino, l’Enologia del Moscato e dell’Asti Spumante”, che è tuttora la principale risorsa di Canelli.
Oggi, la cittadina offre scorci panoramici densi di storia, come il centro storico, suggestivo ritorno al passato attraverso le viuzze della “Sternia” tra acciottolato e antiche case.
Due sono i rioni che risalgono la collina, Borgo e Villanuova da cui attraverso strade panoramiche è possibile spaziare la vista su una veduta mozzafiato che si espande sull’Astigiano sin sulle Langhe.
1 e 2 ) Le “Cattedrali Sotterranee
Unico in Italia è l’immenso patrimonio architettonico delle “Cattedrali sotterranee”, di invecchiamento dello Spumante. Sono le cantine sotterranee, scavate nel tufo calcareo nei secoli scorsi, che si estendono sotto Canelli per otre 20 chilometri. Veri capolavori di ingegneria e architettura enologica, in cui milioni di bottiglie vengono lasciate a fermentare alla temperatura costante di 12-14 gradi affinchè assumano aromi e sapori tipici dello Spumante e del vino di questo territorio.
Nelle navate riposano le bottiglie del pregiato vino, per l’affinamento, affidate a quelli che vengono definiti “i sacerdoti” che conoscono e custodiscono gli antiche segreti tramandati da generazione a generazione. Non a caso la storia delle terre che si estendono nel Monferrato e nelle Langhe, da secoli procede con l’evoluzione all’avanguardia nel mondo del vino. Nel secolo scorso ha avuto una importante svolta con una trasformazione del settore enologico che ha creato una industria di produzione ad alto livello nella costruzione di macchinari per l’enologia e in contemporanea anche una svolta in espansione nell’esportazione verso il mercato internazionale.
La storia del vino di questo territorio è nato con le piccole produzioni dei secoli passati destinati al mercato locale, per raggiungere negli anni ’50 un boom con i primi grandi nomi dell’industria del vino che nel corso del tempo hanno fatto la storia del territorio diventandone l’identità stessa e conquistando i mercati mondiali.
Le sedi storiche delle aziende più note nel mondo sono Gancia, Riccadonna (Riccadonna venne fondata nel 1921), Contratto, Coppo, Luigi Bosca, Tosti-Giovanni Bosca, Ramazzotti.
In Europa, con Francia, Spagna, Germania, Inghilterra, Russia sino agli Stati Uniti, Australia, Cina e Africa l’enomeccanica proviene dalle industrie canellesi!
La Cantina Sociale risale a l 1933 ed è una delle più antiche del Piemonte.
A me non resta che invitarvi a sorseggiare il... biondo nel calice, “Cin cin!”, ma mi raccomando: che sia Asti Spumante!
di Alexander Màscàl - foto Matteo Saraggi e Alexander Màscàl - ASA
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